Cura delle gengive

L’importanza della salute parodontale nel paziente con cirrosi epatica

L’American Journal of Physiology, Gastrointestinal and Liver Physiology ha pubblicato uno studio nel quale evidenzia l’importanza di una buona salute parodontale per ridurre l’infiammazione e la tossinemia e per migliorare la funzione cognitiva nelle persone affette da cirrosi epatica1.

La cirrosi epatica, risultato finale di alcune malattie epatiche croniche, è un’alterazione diffusa della struttura del fegato che determina la diminuzione progressiva delle sue funzioni a causa della sostituzione permanente del tessuto epatico normale con tessuto cicatriziale non funzionale.

Il consumo eccessivo di bevande alcoliche (epatopatia alcolica) e l’infezione cronica causata dal virus dell’epatite C (epatite cronica) sono i responsabili dell’80% dei casi di cirrosi, seguiti dal fegato grasso non legato al consumo di alcol (steatoepatite non alcolica).

La cirrosi in fase avanzata può causare complicazioni, come, ad esempio, un rischio maggiore di infezioni, ascite (accumulo di liquido nell’addome), ipertensione portale, alterazione della coagulazione, tumore epatico o deterioramento del funzionamento del cervello (encefalopatia epatica).

Alcuni studi svolti in passato avevano rivelato come le persone affette da cirrosi epatica presentassero dei cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale e orale, che poteva aumentare il rischio di parodontite e di complicazioni associate alla cirrosi2. Nelle persone con cirrosi si riscontrava, inoltre, un livello maggiore di infiammazione dell’organismo, legato a un rischio maggiore di encefalopatia epatica3.

Nel presente studio i ricercatori hanno preso come riferimento due gruppi di volontari affetti da cirrosi epatica e parodontite da lieve a moderata. Uno dei gruppi ha affrontato un trattamento parodontale, l’altro no. I ricercatori hanno raccolto un campione di sangue, di saliva e di feci sia prima che 30 giorni dopo il trattamento parodontale. È stata analizzata, inoltre, la funzione cognitiva di ciascun volontario prima e dopo il trattamento.

Dopo aver analizzato i risultati, è stato osservato che, rispetto a quello non trattato, il gruppo trattato, in particolar modo tra i volontari affetti da encefalopatia epatica, aveva un livello più alto di batteri intestinali efficaci nel ridurre l’infiammazione e un livello più basso di batteri produttori di endotossine nella saliva. Nel gruppo non trattato, invece, è stata notata una maggiore concentrazione di endotossine nel sangue nello stesso periodo di tempo.

Anche la funzione cognitiva era migliorata nel gruppo trattato. Ciò indica che la riduzione del livello di infiammazione nel corpo può ridurre alcuni sintomi dell’encefalopatia epatica nelle persone che stanno seguendo il protocollo di cura adeguato.

Per questi motivi, gli autori della ricerca hanno concluso che il cavo orale potrebbe agire da bersaglio terapeutico per ridurre l’infiammazione e l’endotossiemia nei pazienti affetti da cirrosi epatica, migliorando in questo modo la condizione clinica dei pazienti.

Bibliografia

  1. Bajaj JS, Matin P, White MB, Fagan A, Golob Deeb J, Acharya C y cols. Periodontal therapy favorably modulates the oral-gut-hepatic axis in cirrhosis. Am J Physiol Gastrointest Liver Physiol 2018; DOI: 10.1152/ajpgi.00230.2018.
  2. Bajaj JS, Heuman DM, Hylemon PB, Sanyal AJ, White MB, Monteith P y cols. Altered profile of human gut microbiome is associated with cirrhosis and its complications. J Hepatol 2014; 60(5):940-977.
  3. Bajaj JS, Hylemon PB, Ridlon JM, Heuman DM, Daita K, White MB y cols. Colonic mucosal microbiome differs from stool microbiome in cirrhosis and hepatic encephalopathy and is linked to cognition and inflammation. Am J Physiol Gastrointest Liver Physiol 2012; 303(6):G675-G685.