
L’igiene interprossimale una pratica caduta nell’oblio
Il biofilm o placca dentale è la causa principale delle patologie orali più importanti. Per evitarne l’accumulo è fondamentale eseguire una corretta igiene orale che includa anche le zone interprossimali.
Lo spazzolino e il dentifricio rappresentano il mezzo più comune utilizzato dalla popolazione per l’igiene orale. Tuttavia, esistono alcune zone, come quella interprossimale, difficili da raggiungere con lo spazzolino, dove si depositano i residui di cibo e, soprattutto, i batteri.
Cos’è la zona interprossimale?
La zona interprossimale è quella situata tra i denti, nello spazio al di sotto del punto o dell’area di contatto dei denti, occupato in genere dalla gengiva.
Gli spazi interprossimali, soprattutto quelli posteriori, possono essere difficili da raggiungere anche se i denti sono correttamente allineati. Per questo motivo, se non vengono accuratamente spazzolati, il biofilm può accumularsi facilmente in questi spazi.
Cos’è il biofilm del cavo orale?
Il biofilm del cavo orale, comunemente noto come placca dentale, è un’aggregazione di batteri contraddistinta dalla secrezione di una matrice extracellulare che aderisce alla superficie dei denti(1). Sono state descritte circa 700 specie diverse di batteri del cavo orale(2). È costituito da un 15%-20% di batteri e da un 80%-85% di una matrice composta da polisaccaridi extracellulari, proteine, sali minerali e materiale cellulare.
Quando i batteri si aggregano sottoforma di biofilm, acquisiscono proprietà diverse da quelle che avrebbero separatamente, come una maggiore capacità adattativa e una resistenza maggiore agli agenti microbici.
Perché è importante evitare l’accumulo del biofilm?
I batteri presenti nel biofilm sono la causa delle patologie orali più importanti, quali: carie (il 77% delle carie è di origine interprossimale(3)), malattie parodontali (gengivite e parodontite)(4) e malattie perimplantari (mucosite perimplantare e perimplantite), che possono avere una certa ripercussione anche sulla vita sociale.
Oltre a compromettere la salute orale provocando in alcuni casi la perdita dei denti, queste patologie possono influire a livello sistemico, come nel caso delle malattie parodontali(5). Sono anche la causa di altri problemi orali come l’alitosi o alito cattivo.
Evitando l’accumulo del biofilm, quindi, si prevengono la comparsa e le conseguenze di queste malattie.
Come evitare l’accumulo del biofilm?
Il mezzo più comune per controllare il biofilm è lo spazzolamento dei denti, particolarmente efficace nella rimozione dalla superficie occlusale, vestibolare e linguale o palatale.
Tuttavia, con lo spazzolamento è possibile pulire soltanto il 60% della superficie dei denti. Il restante 40% appartiene alla zona interprossimale. Le zone interprossimali, soprattutto posteriori, sono quelle meno accessibili.
Quali strumenti esistono per l’igiene interprossimale?
Per la pulizia dell’area interprossimale, esistono diversi strumenti, quali: spazzolino interprossimale, filo interdentale e idropulsore. È importante che l’odontoiatra o l’igienista diano a ogni persona le istruzioni per il corretto uso dei diversi strumenti e che sappiano scegliere quello più adeguato in ogni singolo caso.
Esistono anche dépliant e video esplicativi (www.entredientes.es) che consentono a chiunque di conoscere questa tecnica.
Gli spazzolini interprossimali più adatti sono quelli costituiti da setole di qualità, in grado di rimuovere il biofilm e i residui di cibo, e da un filo rivestito di un materiale che non danneggi denti e gengive. È necessario scegliere sia la grandezza adeguata per ogni spazio interprossimale sia la forma della testina, che può essere cilindrica o conica. Le forme coniche sono raccomandate per gli spazi tra i molari e i premolari, quelle cilindriche per il resto degli spazi interdentali.
Così come lo spazzolamento, anche l’igiene interprossimale deve essere eseguita quotidianamente per evitare l’accumulo dei batteri(6).
Perché non si presta attenzione all’igiene interprossimale?
Il motivo principale per cui non viene eseguita la pulizia interprossimale è legato alla disinformazione della maggior parte della popolazione, convinta che lo spazzolamento sia sufficiente per avere una corretta igiene orale. Non si conoscono nemmeno tutti gli strumenti esistenti per l’igiene interprossimale né i casi in cui sono raccomandati (esistono, ad esempio, spazzolini interprossimali di diverse grandezze, filo interdentale con o senza cera, ecc.).
Un altro problema è legato alla mancanza di motivazione. Considerando la scarsa importanza attribuita all’igiene interprossimale ed essendo un’attività che richiede del tempo, le persone non trovano la motivazione necessaria ad eseguirla regolarmente e spesso non viene mai realizzata.
Esiste la possibilità che alcune persone non puliscono gli spazi interprossimali a causa della difficoltà a farlo. È necessaria una certa abilità, pazienza e tempo per imparare ad applicare la tecnica, soprattutto nel caso del filo interdentale(7,8).
Molte persone provano paura quando eseguono la pulizia interprossimale, perché credono che possa causare il sanguinamento o danneggiare le otturazioni o le capsule dentali. Il sanguinamento della gengiva durante la pulizia con il filo interdentale e lo scovolino, o l’uso dell’idropulsore, dipenderà quasi sicuramente da un’infiammazione della gengiva a causa dell’accumulo del biofilm tra i denti, che potrebbe indicare la presenza di una malattia delle gengive e la necessità di intervento mediante un trattamento professionale(6).
Il danneggiamento delle otturazioni o delle capsule dentali non dipende in nessun caso dall’igiene interprossimale, bensì dal cattivo stato delle ricostruzioni.
È necessaria una pulizia dentale professionale nello studio dentistico?
In genere si raccomanda di eseguire la pulizia dentale professionale almeno una volta all’anno. Oltre a controllare lo stato della salute orale e a motivare il paziente a eseguire adeguatamente l’igiene orale, l’obiettivo è la rimozione del tartaro o calcolo dentale e del biofilm accumulato.
Il tartaro o calcolo dentale è biofilm che è aderito ai denti, non rimosso mediante l’igiene orale quotidiana e che si è mineralizzato con il tempo. Una volta che il biofilm si è trasformato in tartaro, gli strumenti per l’igiene interprossimale utilizzati in casa non bastano a rimuoverlo. Saranno necessari, infatti, gli strumenti professionali dello studio dentistico, come la curette o gli ultrasuoni.
Come è possibile migliorare l’igiene interprossimale?
Esistono piccoli trucchi che possono essere d’aiuto per mantenere una bocca più pulita anche negli spazi interprossimali.
* La maggior parte delle persone che eseguono una pulizia orale quotidiana si limitano a spazzolarsi i denti. Un modo per non dimenticare di eseguire l’igiene interprossimale è di invertire l’ordine delle fasi: passare innanzitutto il filo interdentale o lo scovolino e proseguire con lo spazzolamento dei denti.
* Potrebbe essere utile anche utilizzare un rilevatore di placca o biofilm. Utilizzato prima dell’igiene orale, permette di localizzare e di indicare il biofilm accumulatosi tra i denti e, soprattutto, tra gli spazi interprossimali. Il rilevatore di placca può essere utilizzato anche dopo l’igiene orale per valutarne l’efficacia e per contribuire a comprendere l’importanza di utilizzare gli strumenti per l’igiene interprossimale.
Bibliografia
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