Fattori di rischio degli impianti

Gli impianti dentali costituiscono la soluzione terapeutica più plausibile per ripristinare totalmente, o in parte, i denti persi permettendo inoltre di mantenere la struttura ossea alveolare. Presentano percentuali di durata molto elevate (intorno al 95%); tuttavia, determinati fattori di rischio possono predisporre a presentare minori percentuali di successo.

Il fallimento implantare viene definito come quell’insieme di segni e sintomi che conducono alla rimozione dell’impianto. Il fallimento equivale alla perdita dell’impianto. La percentuale di fallimenti riportata in implantologia orale si aggira intorno allo 0,7 – 3,8%. I fallimenti sono classificati come precoci o tardivi, a seconda se si verificano prima o dopo il posizionamento del restauro protesico. Questa differenziazione è importante in quanto, a seconda di quando avviene il fallimento, si associano diversi fattori di rischio.

Il fallimento precoce si verifica a seguito di una mancata osteointegrazione, rappresenta circa il 5% totale dei fallimenti e interessa maggiormente donne e pazienti giovani; deriva da fattori locali, tabagismo (il fumo interferisce con l’osteointegrazione e accelera il riassorbimento osseo intorno agli impianti), rischi derivanti da trauma chirurgico e contaminazione batterica durante l’inserimento, malattie sistemiche che compromettono l’immunità dell’ospite, come ad esempio le leucemie e l’AIDS, trattamento con radioterapia, alterazioni endocrine e metaboliche come diabete e gravidanza e interessano, in particolar modo, quei pazienti affetti da osteoporosi la cui qualità ossea risulta compromessa.

I fallimenti tardivi, invece, sono dovuti a fattori batterici, abitudini parafunzionali, fattori meccanici relativi alle protesi che sostengono gli impianti o anche ad una cattiva distribuzione delle forze che generano sovraccarico e interessano il 95% degli impianti che raggiungono l’osteointegrazione.

Una volta inserito l’impianto, se questo non si mantiene stabile, si possono produrre micromovimenti dovuti a una mancata osteointegrazione o a una cicatrizzazione del tessuto fibroso. Questa situazione è più frequente in caso di ossa deboli. Inoltre, anche l’ambiente della cavità orale e la capacità personale dell’individuo di mantenere un equilibrio con lo stesso, possono determinare fallimenti tardivi.

Pertanto, considerando quanto precedentemente esposto, prima di posizionare impianti in un paziente, è indispensabile approfondire la sua storia clinica, con particolare attenzione a: malattia parodontale, fumo, osteoporosi, errata igiene orale, malattie sistemiche, radioterapia e/o età molto avanzata.