Relazione tra malattia parodontale e aborto spontaneo

Un aborto spontaneo, noto anche come aborto involontario o aborto naturale, consiste nella perdita involontaria di un embrione (prima dell’ottava settimana) o di un feto (dopo l’ottava settimana) prima della ventesima settimana di gestazione. È una complicanza della gravidanza che può rivelarsi un’esperienza traumatica per le donne, sia a livello fisico che psicologico.

Diversi studi scientifici, tratti dalla letteratura medica, hanno dimostrato il collegamento tra la malattia parodontale e un esito sfavorevole della gravidanza, che può determinare un parto prematuro, il basso peso del neonato o la gestosi.

Qualche mese fa alcuni ricercatori hanno pubblicato sul Journal of Periodontology i risultati di uno studio di casi e controlli comparati che associava la parodontite e i batteri parodontopatici all’aborto spontaneo1.

Hanno partecipato allo studio 170 donne: 85 casi (donne che avevano subito un aborto spontaneo prima della ventesima settimana di gestazione) e 85 controlli (donne della stessa età, epoca gestazionale e struttura ospedaliera). Sono stati eseguiti gli esami parodontali del cavo orale e sono stati raccolti dei campioni di placca batterica sottogengivale per determinare i livelli di Porphyromonas gingivalisTannerella forsythiaFusobacterium nucleatum in essa contenuti.

risultati hanno dimostrato che i casi sono stati significativamente più predisposti a soffrire di parodontite (50,6%) rispetto ai controlli (21,2%; p = 0,007). Tuttavia, non è stato osservato un collegamento significativo dal punto di vista statistico tra i livelli di batteri parodontopatici e l’aborto spontaneo; i livelli aumentati di P. gingivalis e F. nucleatum sono stati associati alla malattia parodontale sia nel gruppo dei casi sia in quello dei controlli, mentre l’aumento di T. forsythia e la parodontite è stato osservato soltanto nelle donne del gruppo dei casi.

Dai risultati ottenuti si è concluso che la malattia parodontale è più frequente nelle donne che hanno subito un aborto spontaneo che nelle donne controllo comparate, nonostante il livello di batteri parodontopatici non sia legato all’aborto naturale di questa popolazione.

Tenuto conto dei dati presentati, e poiché i cambiamenti ormonali che si verificano durante la gravidanza favoriscono la comparsa di gengivite nella gestante, è importante che le donne in stato di gravidanza mantengano un’igiene adeguata del cavo orale e che si rivolgano sin da subito al proprio dentista per la cura di denti, adottando tutte le misure di prevenzione indicate ed evitando eventuali complicanze successive.

Tipologie di ortodonzia: vantaggi e svantaggi

L’ortodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa della correzione della posizione dei denti e del rapporto tra le arcate per assicurare un’occlusione dentale stabile e funzionale.

A seconda del momento in cui si interviene, esistono diversi tipi di ortodonzia:

  1. Ortodonzia preventiva: Si basa su movimenti limitati a pochi denti e nei casi in cui l’alterazione sia solo dentale. Questo intervento è finalizzato a controllare e gestire lo spazio, effettuare piccole correzioni dei denti, controllare le abitudini e le alterazioni.
  2. Ortodonzia ortopedica e intercettiva: Viene utilizzata in genere nei bambini in fase di crescita tra 6 e 10 anni, approfittando dello sviluppo delle ossa mascellari. Mediante l’apparecchio ortodontico è possibile guidare la crescita dell’osso. Ha la finalità di modificare l’osso.
  3. Ortodonzia correttiva. In questo tipo di ortodonzia si è già instaurata una malocclusione. Viene intrapresa in genere alla fine dell’età di sviluppo. Se questo intervento non può correggere il difetto è necessario ricorrere alla chirurgia ortognatica.

L’apparecchio può essere fisso o mobile. Di seguito sono riportate le tipologie più frequenti di tecnica e apparecchio:

  1. Bracket convenzionali

Sono i più classici e vengono posizionati sulla parte esterna del dente. Tra questi esistono i bracket metallici, estetici (che possono essere montati con tecnica convenzionale fissando l’arco al bracket con l’ausilio di una legatura) o autoleganti (gli archi vengono fissati con uno sportellino che ha il proprio bracket).

Bracket Metallici: in metallo, vengono usate delle legature per fissare l’arco

  • Svantaggio:  estetico e sfregamenti
  • Vantaggio: economico e possibilità di correggere tutte le malocclusioni senza intervento chirurgico

Bracket autolegabili: Senza legature, sportellini per fissare l’arco

  • Vantaggio: relativamente più veloce, igiene migliore, distanza tra una visita e l’altra
  • Svantaggio: tecnica abbastanza nuova e costosa

Bracket di Zaffiro: Trasparenti, si mimetizzano con il dente.

  • Vantaggio: estetico e non si macchiano
  • Svantaggio: più costosi
  1. Ortodonzia invisibile

Si tratta di una mascherina trasparente in plastica dura che viene cambiata ogni 15 giorni. In base al numero di movimenti esistono mascherine di breve o lunga durata. La mascherina va indossata tutto il giorno e viene tolta soltanto per mangiare e per lavarsi i denti.

  • Vantaggio: estetico, può essere tolta ed è più igienica
  • Svantaggio: prezzo elevato
  1. Ortodonzia linguale

L’apparecchio viene collocato sulla parte interna del dente, non è visibile dall’esterno. L’apparecchio ortodontico linguale può essere preformato o su misura.

  • Svantaggio: piaghe sulla lingua, difficoltà a parlare, non possono essere realizzati tutti i i trattamenti ed è costosa
  • Vantaggio: estetico

Come diagnosticare l’erosione dentale?

L’erosione dentale è la perdita progressiva dello smalto dei denti, in conseguenza dell’azione di sostanze acide, che non coinvolge i batteri. Nonostante il processo chimico di questo problema dentale sia simile a quello della carie, vale a dire la dissoluzione dell’idrossiapatite per effetto dell’azione di sostanze acide, l’erosione dentale non si presenta come una lesione superficiale dello smalto che determina la rimineralizzazione, come nel processo della formazione di carie, ma come una lesione della superficie che è suscettibile all’erosione e resistente alla rimineralizzazione. Spesso le lesioni erosive sono estese e coinvolgono tutta la dentizione.

È da tenere presente che l’origine dell’erosione può essere intrinseca, se legata a problemi gastrici come il reflusso o a disordini alimentari come la bulimia, o estrinseca, se dovuto al consumo di cibi o bevande molto acide producendo un cambiamento costante del pH nella cavità orale.

Diagnosi
Nella diagnosi clinica dell’erosione dentale si possono diagnosticare le abitudini del paziente e i problemi gastrici o psicologici a seconda della zona della lesione:

– Lesioni localizzate sulla superficie vestibolare dei denti antero-superiori se l’origine è alimentare.
– Erosione sui lati occlusali dei molari inferiori se l’origine è gastrica (reflusso).
– Erosione sui lati palatini dei denti antero-superiori in pazienti bulimici (vomitando, la lingua protegge i denti inferiori).

Gestione dell’erosione dentale   
La chiave per gestire l’erosione dentale è la prevenzione, evitando il consumo di bevande e cibi con un contenuto elevato di acidi, mediante terapie in clinica come l’applicazione topica di fluoro e raccomandando sempre l’uso di prodotti specifici con nanoparticelle di idrossiapatite che hanno la capacità di depositarsi sullo smalto dei denti contribuendo a prevenire l’erosione dentale grazie alla formazione di uno strato di protezione.

La mancanza di prevenzione di questa patologia può determinare una perdita sostanziale di smalto e l’esposizione della dentina causando, a sua volta, sensibilità dentale, perdita della dimensione verticale e problemi estetici.

Per quanto riguarda il trattamento, se le lesioni sono lievi, potranno essere trattate con otturazioni mediante composito. Se, invece, non vengono arrestate, nella maggior parte dei casi sarà necessario un trattamento endodontico per eliminare la sensibilità dentale e/o la collocazione di corone, faccette estetiche o intarsi per recuperare la dimensione verticale persa.

Protocollo – radioterapia e chemioterapia

Protocollo odontoiatrico per i pazienti in trattamento di radioterapia e chemioterapia

Prima della terapia oncologica

Dopo la prognosi, l’ideale è effettuare un esame clinico e radiologico e curare le patologie orali più importanti prima che il paziente inizi il trattamento oncologico per evitare, in questo modo, eventuali complicazioni.

Le carie e le infezioni pulpari devono essere rimosse 15-20 giorni prima dell’inizio della terapia oncologica per assicurarne la guarigione. Nel caso in cui un dente presenti un’immagine radiolucente , dovrà essere curato o rimosso poiché il processo potrebbe acutizzarsi nel momento in cui il paziente è immunodepresso. È importante effettuare una buona profilassi ed eseguire le dovute estrazioni concedendo almeno 21 giorni di guarigione, per assicurare la corretta cicatrizzazione del tessuto.

Rendere il paziente cosciente dell’importanza dell’igiene orale è fondamentale per ridurre i problemi durante il trattamento oncologico. L’igiene orale deve essere effettuata tre volte al giorno e si deve usare un dentifricio con una quantità di fluoro pari a 1450 ppm. Occorre completare l’igiene con l’uso del filo interdentale e, dopo aver sciacquato la bocca in seguito all’uso del dentifricio a base di fluoro, è possibile fare anche gli sciacqui con la clorexidina al 0,12% senza alcool per 30 secondi.

Durante la terapia oncologica

Durante il trattamento di radioterapia o chemioterapia è molto importante rendere consapevole il paziente della necessità di prevenire le infezioni e mantenere un’ottima igiene orale. È possibile effettuare applicazioni topiche di fluoro per ridurre il rischio di carie.
Qualche trattamento può causare piaghe nella bocca a causa dell’abbassamento delle difese immunitarie durante la chemioterapia. Per ridurre il rischio di comparsa della carie si raccomanda di utilizzare collutori specifici come il collutorio VITIS gingival e di usare uno spazzolino con setole morbide per mantenere l’igiene orale durante il trattamento.
È importante, inoltre, evitare qualsiasi trattamento invasivo della cavità orale e, qualora sia necessario effettuarlo urgentemente, consultare l’oncologo e valutare la possibilità di farlo in ospedale. È possibile realizzare ferule piombate per proteggere i denti, se necessario.

Dopo la terapia oncologica

Al termine della terapia oncologica il paziente dovrà consultare di nuovo il profesisonista del cavo orale per controllare il suo stato di salute orale. È necessario effettuare una profilassi e curare le otturazioni e le endodonzie.

È assolutamente controindicato eseguire estrazioni, impianti dentali e protesi mobili (evitando in questo modo di generare ferite nella cavità orale) per almeno un anno dalla fine del trattamento. In ogni caso sarà necessario consultare l’oncologo.

 

Igiene orale per pazienti con apparecchio ortodontico

La richiesta di trattamenti ortodontici sta aumentando ogni giorno di più negli studi dentistici. Uno dei fattori chiave da comunicare al paziente che porterà l’apparecchio ortodontico, è la consapevolezza che l’igiene orale deve essere accurata e scrupolosa, considerando che sia i bracket che il resto dei sistemi ortodontici (bande, bottoni di Nance, apparecchio mobile…) hanno la tendenza a trattenere maggiore placca dentale o biofilm del normale. Per questo motivo, la mancanza di una corretta igiene orale aumenta il rischio di carie e gengivite che possono compromettere sia i denti sia il trattamento ortodontico. Per evitare le complicazioni più comuni è importante seguire alcune indicazioni specifiche sin dal primo momento in cui il paziente inizia il trattamento ortodontico.

Per i pazienti che portano l’apparecchio fisso è imprescindibile lavare i denti alla fine di ogni pasto con un dentifricio adeguato, l’uso quotidiano dello spazzolino interprossimale e gli sciacqui con un collutorio creato appositamente per proteggere i denti e le gengive.

  • Spazzolamento: lavare sempre accuratamente i denti (per non danneggiare né i bracket né i denti o le gengive) per almeno 2 minuti. È possibile spazzolare i denti con uno spazzolino manuale o elettrico. Se è manuale, si raccomanda l’uso di uno spazzolino con setole morbide e medie e con un profilo a forma di V per ottenere un triplice effetto di pulizia (denti, gengive e apparecchio).
  • Dentifricio: La quantità di dentifricio da utilizzare deve essere da 1 a 2 cm. È importante usare un dentifricio in grado di impedire l’accumulo della placca batterica, rafforzare il fluoro dello smalto e che contenga elementi che contribuiscano a rigenerare e a proteggere i denti e le gengive, come l’aloe vera o l’allantoina. Durante lo spazzolamento dei denti è importante rimuovere gli elastici e le parti mobili dell’apparecchio ortodontico.
  • Spazzolino interprossimale: questo tipo di spazzolino consente di pulire a fondo tutta la superficie dei bracket e di eliminare la placca. È indispensabile anche per pulire gli spazi interprossimali, in quanto l’uso del filo interdentale può essere più complesso con alcuni apparecchi. Se si decide di utilizzare il filo interdentale in seta, può essere applicato mediante un ago passafilo in seta.
  • Collutorio antisettico e remineralizzante: è un altro elemento che aiuterà a combattere i batteri che possono proliferare sui denti e causare malattie parodontali. È importante che sia composto da agenti come il cloruro di cetilpiridinio (antisettico), l’aloe vera (protezione dei tessuti duri e morbidi), fluoruro di sodio per prevenire le carie e remineralizzare lo smalto e l’allantoina per proteggere la mucosa orale.
  • La cera ortodontica: agisce come uno strato protettivo per evitare irritazioni e lesioni provocate dall’apparecchio ortodontico. Si applica sui diversi apparecchi ortodontici presenti sulla parte esterna dei denti (bracket, archi o bande in metallo), creando un sottile strato protettivo, evitando lesioni.

I pazienti che portano l’apparecchio ortodontico mobile devono seguire tutte le indicazioni sopra descritte e lavare accuratamente l’apparecchio una volta al giorno, lasciandolo in un recipiente ricoperto di acqua e aggiungendo una pastiglia effervescente per evitare la formazione del biofilm orale senza danneggiare nessuna parte dell’apparecchio stesso. Bastano 15 minuti.

Se il paziente segue tutte le indicazioni e riesce a moderare il consumo degli zuccheri nell’alimentazione, possiamo assicurare una protezione dentale e parodontale corretta e un trattamento ortodontico di successo.

Igiene orale in pazienti con rischio di malattie respiratorie – Protocollo di attuazione

Se il paziente non è ricoverato:

Nei pazienti non ricoverati e con rischio di malattia respiratoria è necessario curare, nella misura del possibile, la malattia parodontale per ridurre al massimo la contaminazione batterica dei tessuti del cavo orale. La pulizia verrà eseguita nello studio dentistico mediante raschiamento e levigatura radicolare dei denti interessati, insieme all’uso di collutorio con clorexidina 0.12%.

È di notevole importanza, inoltre, stabilire alcune misure di igiene orale che consentano di ridurre nel tempo il passaggio dei batteri patogeni lungo le vie respiratorie.

Quando si parla di igiene orale, è importante prendere in considerazione sia l’eliminazione meccanica efficace della placca dentale sia il controllo chimico di microrganismi che possono mettere a rischio l’equilibro dell’ecosistema orale.

È importante spazzolare i denti in maniera efficace per almeno due minuti, due volte al giorno, avendo cura di lavare la superficie di ogni singolo dente. Lo spazzolamento può essere eseguito mediante l’uso di uno spazzolino manuale con setole di qualità e un dentifricio contenente Cloruro di Cetilpiridinio. Il procedimento deve essere completato con la pulizia interdentale, mediante l’uso di uno spazzolino interprossimale. In ultimo, è raccomandabile completare la pulizia con un collutorio a base di Cloruro di Cetilpiridinio, per inibire la crescita dei microrganismi patogeni.

 

Se il paziente è ricoverato:

Nei pazienti ricoverati in terapia intensiva l’igiene orale deve essere eseguita dal personale medico o da un assistente. Per la pulizia orale meccanica, si possono pulire i denti, le gengive e la lingua mediante garze imbevute di clorexidina. Per il controllo chimico si può eseguire una pulizia completa del cavo orale di tutte le zone (gengive, lingua, palato, ecc.) irrorando con clorexidina, mediante l’uso di una siringa e aspirando successivamente. Il procedimento può essere eseguito due o tre volte al giorno.

Essendo un antisettico ad ampio spettro la clorexidina è un ottimo disinfettante e, grazie anche alla sua sostantività, ha la capacità di permanere diverse ore in bocca dopo l’uso. Sul mercato esistono anche collutori che combinano la clorexidina con altri disinfettanti ad azione antisettica come il cloruro di cetilpiridinio, che aumentano l’efficacia e la sostantività del prodotto finale.

Esistono diversi studi che dimostrano l’efficacia di questa pratica ospedaliera. Infatti, una metanalisi recente ha scoperto che l’applicazione di collutorio con clorexidina è una misura estremamente efficace nella prevenzione e riduzione dei casi di polmonite nosocomiale associata alla ventilazione meccanica.

Quali sono le cause della sensibilità dentale e come prevenirle?

La sensibilità dentale è uno dei disturbi più diffusi della salute orale, una problematica che oltre a causare una sgradevole sensazione, può generare problemi più grandi. Oltre a influire sull’igiene orale, infatti, la sensibilità dentale può compromettere per sempre la salute orale.

Come identificare la sensibilità dentale

La sensibilità dentale è un problema molto comune che si manifesta come dolore intenso quando la dentina (che costituisce lo scheletro del dente) entra a contatto con uno stimolo esterno (bevande carbonate, cibi acidi, temperature estreme o oggetti duri). Il dolore avvertito sui denti è all’origine dei denti sensibili e rappresenta una delle cause più frequenti di mal di denti. Si verifica quando la dentina ha perso la sua naturale protezione e rimane esposta in conseguenza della retrazione gengivale o dell’erosione dello smalto.

Lo spazzolamento dei denti può provocare dolore sui denti sensibili, dando luogo a uno spazzolamento scorretto o a una pulizia inadeguata.

La scarsa igiene orale può essere l’origine di patologie più gravi come la carie o le malattie delle gengive, quali gengivite e parodontite.

A tal proposito, è fondamentale non sottovalutare la sensibilità dentale sin dai primi sintomi. Di seguito presentiamo le cause della sensibilità dentale e come prevenirle.

Le cause della sensibilità dentale

La comparsa della sensibilità dentale è legata a più fattori. Il primo passo per iniziare a curarla prevede di identificare tutte le abitudini scorrette che contribuiscono a manifestare la sensibilità dentale e di correggerle con l’aiuto di uno specialista.

Tra le cause più comuni di sensibilità dentale troviamo:

  • L’abrasione, ossia l’usura o la perdita di smalto dentale a seguito del contatto con un oggetto esterno, quale può essere una tecnica di strofinamento scorretta, un dentifricio abrasivo o qualsiasi oggetto che si ha l’abitudine di masticare come stecchini, penne, ecc.
  • Un altro fattore responsabile della sensibilità dentale è l’attrito o la perdita dello smalto dentale a causa dello sfregamento tra i denti. L’attrito generalmente è associato alla masticazione aggressiva dei cibi e interessa direttamente le persone che soffrono di bruxismo, una condizione in cui si digrignano i denti in maniera involontaria o volontaria, che si verifica per numerosi fattori, tra cui lo stress.
  • È importante tenere conto anche dell’alimentazione. Il consumo di cibi acidi, infatti, contribuisce all’indebolimento dello smalto, ossia all’erosione, provocando l’aumento della sensibilità dentale. È quindi necessario evitare un consumo eccessivo di alimenti ricchi di acidi, come bevande carbonate (bibite) o agrumi. Anche gli acidi gastrici interni possono danneggiare i denti, soprattutto in caso di persone che soffrono di vomito abbondante per un lungo periodo di tempo. La combinazione di abrasione ed erosione è una forma di usura molto severa.
  • È opportuno sottolineare che dopo qualsiasi trattamento odontoiatrico è normale soffrire di sensibilità dentale, in particolare dopo la pulizia professionale dei denti che rimuove la placca dentale e il tartaro. È necessario considerare anche che il trattamento parodontale elimina e riduce le tasche parodontali, determinando la recessione gengivale e che, in alcuni casi, l’apparecchio ortodontico può essere la causa di recessione gengivale isolata nel tempo.

Come prevenire la sensibilità dentale

Per prevenire e combattere la sensibilità dentale è fondamentale seguire i seguenti consigli:

  • Dopo l’assunzione di cibi acidi (frutta come arance, fragole o limone) o zuccherati (bibite gasate) si raccomanda di attendere dieci minuti prima di lavarsi i denti. Per combattere l’acidità si consiglia di assumere prodotti a base di latte, che contribuiscono a contrastare gli effetti corrosivi degli acidi.
  • Per quanto possibile, evitare i cibi con temperature estreme, sia eccessivamente caldi sia eccessivamente freddi.
  • Evitare abitudini dannose come il consumo di tabacco  che può contribuire alla comparsa delle malattie parodontali, causa della recessione gengivale e del conseguente aumento dell’esposizione del dente, con una maggiore possibilità di soffrire di sensibilità dentale. Si raccomanda anche di evitare l’apertura di barattoli, di tagliare il filo con i denti e di usare lo stecchino di legno per pulire i denti.

Oltre alle suddette misure di prevenzione, è raccomandabile eseguire un’igiene orale quotidiana con prodotti specifici per i denti sensibili, come, ad esempio, VITIS® sensitive.

 

Applicazioni della nanotecnologia nel trattamento della sensibilità e dello sbiancamento dentale (Parte II)

Applicazioni della nanotecnologia in Odontoiatria

Applicazione della nanotecnologia nel trattamento della sensibilità e dello sbiancamento dentale (parte II)

Come curare le gengive per prevenire il rischio cardiovascolare

La patologia parodontale e la patologia cardiovascolare sono due danni infiammatori molto comuni (1). Le parodontiti hanno una percentuale del 35% e la patologia cardiovascolare in Spagna rappresenta il 29% di tutti i decessi (2).

I pazienti affetti da parodontite possono avere un maggiore rischio di comparsa e di progressione di malattie cardiovascolari a causa della batteriemia (passaggio diretto di microrganismi orali e dei loro derivati al sangue) e della infiammazione sistemica (mediatori dell’infiammazione presenti nel parodonto che si diffondono a livello sistemico) prodotte dalla malattia parodontale. Nell’ambito delle patologie cardiovascolari, quelle dovute ad aterosclerosi, come angina e infarto del miocardio, ad attacco cerebrale (ictus), a malattia vascolare periferica e a ipertensione, sono quelle che hanno dimostrato la loro relazione con le malattie parodontali (3).

La gengivite è un’infiammazione reversibile della gengiva causata da un accumulo di microrganismi colonizzatori sul margine gengivale. La gengivite causata dal biofilm è la forma più comune della malattia parodontale e colpisce dal 60% all’85% della popolazione (2). È da molto tempo che è nota l’importanza del biofilm orale come causa della gengivite ed è dimostrato che un’accurata pulizia dei denti e della zona interprossimale potrebbe portare al ripristino della salute gengivale (4, 5).

La prevenzione della gengivite è essenziale sia per evitare la sua evoluzione a parodontite che per preservare lo stato di salute parodontale. È quindi molto importante che i professionisti della salute orale mettano in atto i protocolli preventivi e terapeutici nei pazienti con infezioni parodontali, per evitare sia le conseguenze a livello orale che la ripercussione cardiovascolare.

Da diverse istituzioni come l’American Heart Association (AHA) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si raccomanda l’igiene orale, soprattutto preservando la salute delle gengive come una strategia di prevenzione.

Come possiamo migliorare la cura delle gengive?

La gamma di prodotti VITIS® gingival migliora la condizione delle gengive, aiutando a prevenirne i disturbi. I prodotti VITIS® gingival sono ideati e formulati per aiutare a ridurre la formazione della placca dentale e a rafforzare lo smalto del dente per avere una cura completa delle gengive delicate.

Lo spazzolino VITIS® gingival è destinato all’uso quotidiano e ha una testina piccola con setole morbide e rette che massaggiano e stimolano le gengive sensibili.

VITIS® gingival dentifricio per uso quotidiano aiuta a prevenire i disturbi come l’arrossamento, favorendo il mantenimento delle gengive sane e in buone condizioni.

VITIS® gingival è un collutorio orale per uso quotidiano formulato appositamente per la cura delle gengive. L’uso in combinazione con lo spazzolino permette di raggiungere le zone di difficile accesso e di mantenere più a lungo in bocca i principi attivi, aiutando a prevenire in modo più completo l’arrossamento delle gengive.

Il dentifricio VITIS® gingival e il collutorio contengono cloruro di cetilpiridinio: un ingrediente ad ampio spettro, con un buon assorbimento nella cavità orale, alta efficienza e massima sicurezza che aiuta a proteggere le gengive; VITIS® gingival inibisce la formazione di placca dentale e aiuta a ridurne l’accumulo nella cavità orale, prevenendo i disturbi futuri delle gengive (6,7).