Fili e nastri interdentali: gli strumenti per un’igiene completa

A cosa serve il filo/nastro interdentale?

L’uso del filo o nastro interdentale è la tecnica maggiormente raccomandata per eliminare la placca interprossimale (1).

Se usato in associazione allo spazzolamento giornaliero, permette di eliminare una maggiore quantità di placca dalle zone interprossimali (2,3). Se correttamente usato, permette di eliminare fino all’80% della placca prossimale. Elimina anche la placca sottogengivale, poiché può arrivare a 2-3,5 mm sotto il margine gengivale (4).

Il suo uso è consigliato per persone con margini gengivali normali o con spazi interprossimali ridotti. La differenza tra il filo e il nastro interdentale sta nel suo aspetto: il filo presenta una forma tubolare, mentre il nastro è più ampio e piatto. Entrambi sono efficaci nell’eliminazione del biofilm dentale. La scelta di uno o dell’altro dipende dalle preferenze dell’utente.

Il fatto che sia ricoperto di cera ne facilita l’uso, poiché scorre tra gli spazi più stretti. La cera offre resistenza e durata di applicazione e aiuta a prevenire i traumi dei tessuti molli. Se ne raccomanda l’uso in pazienti con contatti prossimali dei denti aderenti. Una volta srotolato, il filo/nastro interdentale senza cera agisce su una superficie maggiore rispetto al filo in cera. Si raccomanda in pazienti con contatti dei denti normali.

I fili/nastri interdentali possono essere integrati da fluoro e menta, per offrire una pulizia profonda e ottenere una maggiore sensazione di freschezza dopo l’uso.

Come si usa il filo/nastro interdentale? 

  1. Tagliare circa 50 cm di filo o nastro e avvolgerne la maggior parte sul dito medio di una mano. Avvolgere il resto sullo stesso dito della mano opposta; tale dito può riavvolgere il filo interdentale man mano che viene usato. Lasciare uno spazio di circa 10 cm tra le due dita.
  2. Tenere in modo saldo il nastro o filo con il pollice e l’indice, lasciando una distanza di 2 o 3 cm tra le dita di ciascuna mano.
  3. Mantenere il nastro o filo teso e inserirlo delicatamente tra i denti. Effettuare un movimento in avanti e indietro per scendere oltre il punto di contatto (zona di unione tra i denti). Una volta superato il punto di contatto, far scendere il nastro o filo interdentale fino al margine delle gengive (solco gengivale). Evitare movimenti bruschi che possano lesionare le gengive.

Ruotare intorno al dente, curvando la lunghezza del nastro o filo a forma di C. Senza rimuovere il filo dal solco gengivale, ripetere la procedura con il dente adiacente.

  1. Rimuovere il nastro o filo e ripetere sugli altri spazi interprossimali. Usare una parte pulita per ciascuno spazio.

Raccomandazioni: 

Per utilizzare più facilmente il nastro o filo interdentale, è possibile usare un apposito applicatore.

Si raccomanda di spazzolare i denti e pulire gli spazi interprossimali con fili/nastri tre volte al giorno.

Se ne raccomanda fortemente l’uso prima dello spazzolamento poiché, in tal modo, il fluoro della pasta potrà in seguito penetrare meglio tra gli spazi interdentali.

Conseguenze della mancanza di denti

L’edentulismo è la conseguenza della perdita di uno o vari denti permanenti. Sebbene tale problema possa presentarsi in qualsiasi momento della vita, la perdita dei denti interessa maggiormente le persone anziane.

Cause della mancanza di denti 

Oltre a traumi o anomalie congenite che possono causare la perdita di uno o più denti, la perdita di parti dei denti si verifica solitamente per due cause principali: la malattia parodontale in uno stato avanzato e le carie importanti che non possono essere restaurate.

Quali conseguenze comporta la mancanza di denti?  

Sono diverse le conseguenze della mancanza di denti e si manifestano con una serie di disturbi funzionali, estetici, psicologici e sociali.

Conseguenze sulle strutture ossee 

Perdita di osso: è una delle principali conseguenze della perdita di denti. Quando si perde un dente, la mancanza di stimolazione dell’osso residuo dà origine ad una riduzione delle trabecole e della densità ossea in tale zona, con perdita dell’ampiezza e successivamente dell’altezza del volume osseo. È necessario un dente per lo sviluppo dell’osso e si richiede la stimolazione di tale osso per mantenere la sua densità e il suo volume. La perdita dentale dà origine alla rimodellazione e al riassorbimento dell’osso. Se il dente perso non viene sostituito quanto prima, per esempio con un impianto, si perde più osso mascellare e si accelera l’usura dentale.

Riassorbimento del processo alveolare, che nella mandibola è più intenso rispetto alla mascella superiore. Quando tale riassorbimento è molto profondo, provoca la comparsa in superficie di irregolarità o alterazioni della mandibola come l’apofisi geni o esostosi, rendendo difficile il posizionamento di una protesi dentale rimovibile.

Conseguenze estetiche 

La mancanza di denti provoca disagi evidenti a livello estetico e implica anche la perdita di autostima e sicurezza quando si sorride, rendendo difficoltose le relazioni interpersonali.

La perdita ossea conseguente alla perdita dei denti provoca, con il passare del tempo, la deformazione dei tratti del viso. La principale conseguenza è il cedimento del labbro, la perdita del contorno delle labbra, l’invecchiamento prematuro del viso, una bocca più ampia, la riduzione della dimensione verticale e pseudoprognatismo dovuto al fatto che la mandibola ruoterà in senso antiorario sull’asse intercondilare, in cerca della stabilità apportata dai denti.

Conseguenze sui tessuti molli 

Si origina un’apparente macroglossia relativa, in quanto la lingua invade lo spazio prima limitato dai denti.

Alterazioni funzionali  

Problemi di masticazione: La mancanza di uno o più denti ha conseguenze sulla dentatura e può provocare una cattiva triturazione dei cibi. Anche questo può provocare problemi sulle gengive, che fanno uno sforzo maggiore.

Più denti mancano e più si tarda nel rimetterli, maggiori saranno le alterazioni. Inoltre, la mancanza di denti comporta la perdita dei propiocettori del legamento parodontale che controllano l’intensità delle forze masticatorie, per cui il processo di masticazione e triturazione dei cibi sarà più difficoltoso, dando luogo a problemi digestivi, dati dalla parziale triturazione dei cibi.

Mobilità dentale: quando mancano alcuni denti, quelli adiacenti e opposti tenderanno a occupare lo spazio libero, inclinandosi via via fino a ritrovare il contatto perduto. Perderanno l’ancoraggio, diventeranno mobili e potranno anche cadere. Infine, la posizione modificata dei denti farà sì che questi si articolino in modo errato, dando luogo a contatti impropri e sovraccarichi che provocheranno usura e dolore.

Problemi di fonazione: La persona totalmente priva di denti pronuncia male i fonemi o i suoni interdentali e labiodentali.

Come trattare lo spazzolino

I microrganismi presenti nel cavo orale possono trasferirsi allo spazzolino durante il suo utilizzo. Oltre a questi batteri, è importante tenere presente che, in genere, lo spazzolino è tenuto in bagno e può avvenire il processo inverso.

Una buona igiene orale aiuta a prevenire l’ingresso di virus e batteri nel nostro organismo e, per tale motivo, è fondamentale mantenere lo spazzolino in buone condizioni. Evitare la trasmissione di microrganismi nel cavo orale e prevenire l’usura delle setole rende lo spazzolamento più efficace e mantiene la bocca pulita e sana.

Prima di spazzolare i denti

  • Non condividere con nessuno lo spazzolino per evitare il trasferimento dei microrganismi ad altri soggetti e il conseguente aumento del rischio di infezione.
  • Lavarsi bene le mani prima di usare lo spazzolino riduce la trasmissione di microrganismi allo spazzolino stesso.
  • Sostituire lo spazzolino se presenta le punte delle setole piegate o nel caso lo si utilizzi da almeno tre mesi. Con il passare del tempo le setole tendono ad aprirsi a ventaglio e perdono la capacità di pulire i denti. Per questo è necessario sostituire lo spazzolino periodicamente ogni 3 mesi (o prima in caso di usura delle setole) o in caso di raffreddore o altra malattia infettiva. Un ottimo momento per acquistare uno spazzolino nuovo è all’inizio di ogni cambio stagione, evento che può aiutare a ricordare meglio quando occorre sostituirlo.

Dopo lo spazzolamento: pulizia e conservazione

  • Dopo lo spazzolamento non pulire lo spazzolino con il sapone. Si raccomanda di disinfettarlo con iodopovidone allo 0,2%, acqua ossigenata diluita all’ 1% o con un collutorio contenente un antisettico come VITIS CPC Protect 0,07%, VITIS gingival o VITIS orthodontic a base di cloruro di cetilpiridinio (CPC).
  • Scuotere lo spazzolino per rimuovere l’acqua in eccesso.
  • Conservare in posizione verticale per facilitare l’asciugatura e ridurre il contatto con superfici o altri spazzolini.
  • In caso di conservazione dello spazzolino insieme ad altri, assicurarsi che le setole non si tocchino per evitare la contaminazione crociata.
  • Utilizzare l’apposito cappuccio per proteggere lo spazzolino dalla polvere e dal contatto con i batteri presenti nell’ambiente. Il cappuccio deve essere dotato di fori che consentano il passaggio di aria e la corretta asciugatura della testina. È importante ricordare di proteggere lo spazzolino con il cappuccio in caso di conservazione in borsa, astuccio, ecc.

Scegliere uno spazzolino di qualità adatto alle esigenze specifiche del cavo orale. VITIS offre un’ampia gamma di spazzolini sia manuali che elettrici, che è possibile acquistare solo ed esclusivamente nel canale farmaceutico.

Alcune soluzioni per migliorare il cavo orale danneggiato dal fumo

Alcune terapie farmacologiche possono contribuire a ridurre il consumo di  sigarette o a smettere di fumare.   Tuttavia, esistono altre misure molto efficaci da adottare come, ad esempio, un controllo costante della salute del cavo orale3.

L’igiene orale deve essere eseguita scrupolosamente, per ridurre il rischio di parodontite o di infezioni delle lesioni del cavo orale4. I prodotti della linea di VITIS® gingival sono appositamente pensati per migliorare l’igiene orale nelle persone con le gengive sensibili. L’uso costante contribuisce a ridurre la formazione di biopellicole orali e protegge le gengive.

D’altra parte, si raccomanda di curare altri aspetti del proprio stile di vita, come l’attività fisica e l’alimentazione per rafforzare lo stato di salute. Si consiglia, in concreto, di incrementare il consumo di cibi ricchi di vitamina E (olio di semi, margarina, frutta secca, cereali integrali, pesce e tuorlo d’uovo) e di vitamina C. I fumatori devono consumare almeno due agrumi al giorno (kiwi, arancia, mandarino, pompelmo, fragole, mango, papaya, melone, pomodoro), poiché aiutano a combattere l’effetto nocivo dei radicali liberi causati dal fumo.

Il fumo, inoltre, causa una colorazione scura dei denti che potrà essere considerevolmente ridotta con l’uso della linea VITIS® whitening. La linea include dentifricio e collutorio con l’innovativa tecnologia HAP Repair, che utilizza l’idrossiapatite attiva, un elemento naturale del dente che aiuta a restituire il bianco naturale senza danneggiare lo smalto.

Per godere di un’ottima salute orale, il consiglio più sensato è di smettere di fumare1. Per questo la figura del professionista dell’igiene orale ha un ruolo fondamentale per aiutare il paziente ad abbandonare il fumo.

Qual è il colore del denti e perché cambiano ir loro colore naturale?

Un dente sano ha un colore tra il bianco e il giallo¹. Tenere presente la forma è importante perché, se il dente è liscio e regolare, sembra più brillante; se è irregolare, invece, la luce si riflette meno e sembra più traslucido. La traslucenza o l’opacità dei denti dipende dalla composizione dello smalto, costituito da materia organica, cristalli inorganici e acqua. Se predomina il cristallo il dente sarà più traslucido, se prevale la materia organica sarà più opaco e bianco.

I denti con smalto più spesso sono meno traslucidi e più brillanti. Il colore dei denti è dato in concreto dalla dentina, molto più opaca dello smalto, sebbene esista una certa gradazione di colore tra i denti².

Nonostante quanto appena detto, con il passare del tempo i denti possono cambiare completamente o parzialmente il loro colore naturale¹, poiché l’erosione dello smalto a causa dell’uso dei denti rende più visibile la dentina. La dentina, inoltre, assume un colore più tendente all’arancione a causa dell’invecchiamento del tessuto stesso².

Esistono altri motivi che possono causare il cambiamento del colore del dente, come ad esempio:¹

  • Le malattie metaboliche possono cambiare il colore e la forma dei denti.
  • L’assunzione di farmaci da parte della donna in stato di gravidanza o del neonato può causare un cambiamento del colore e della durezza dello smalto.
  • Anche la somministrazione di alcuni farmaci, come la tetraciclina (antibiotico), può influire sul colore dei denti.
  • Il tipo di alimentazione può causare dei cambiamenti temporanei del colore, come, ad esempio, il tè o il caffè. Anche il fumo causa l’annerimento dei denti.
  • Le cattive abitudini di igiene orale possono influire sul cambiamento del colore.
  • Il fluoro in eccesso nell’acqua potabile o in collutori,dentifrici o integratori a base di fluoro.
  • Questioni genetiche.
  • Se il neonato soffre di porfiria, itterizia severa o più episodi di febbre alta durante la formazione dei denti.

Esistono alcune tecniche di sbiancamento dei denti di cui il tuo igienista o dentista di fiducia potrà informarti.

Come spazzolare correttamente i denti

Una buona igiene orale prevede, innanzitutto, il corretto spazzolamento dei denti, che ha lo scopo di prevenire la formazione della placca batterica, la causa principale di problemi dentali o gengivali, e di rimuovere i residui di cibo e le macchie dei denti.

Tra le diverse tipologie di spazzolino esistono due grandi gruppi: gli spazzolini elettrici e gli spazzolini manuali. La scelta dipenderà dalla capacità, dalla tecnica di spazzolamento e dalle preferenze di ogni persona. In entrambi i casi, si raccomanda di cambiare lo spazzolino (nel caso degli spazzolini elettrici, cambiare la testina) ogni 3 mesi per assicurarne l’efficacia.

Gli spazzolini devono avere le seguenti caratteristiche:

    • Setole in Tynexdella durezza adeguata in base alle esigenze di ogni singola persona.
    • Testina della grandezza adeguata al cavo orale e alle esigenze concrete per assicurare un accesso comodo al cavo orale.
    • Testina a forma di diamanteper raggiungere le zone posteriori del cavo orale e della dimensione adeguata alla bocca del paziente.
    • Manico ergonomico flessibile e antiscivolo, per accedere comodamente a tutte le zone del cavo orale, appropriato all’età e alla manualità del soggetto.
    • Cappuccio protettivoper mantenere le setole pulite.

Techniche di spazzolamento

Una tecnica di spazzolamento inadeguata rende più difficile la rimozione completa della placca batterica. Le tecniche di spazzolamento più raccomandate sono le seguenti:

Tecnica di Bass modificata: è quella più adeguata per prevenire le malattie gengivali. Posizionare lo spazzolino ad un angolo di 45º rispetto al margine gengivale ed eseguire piccoli movimenti vibratori senza muovere lo spazzolino dal punto di appoggio. Successivamente il movimento diventa “a rullo” in direzione contraria rispetto alla gengiva.

Tecnica di Fones: è la tecnica più raccomandata per anziani e bambini. Vengono eseguiti movimenti circolari e ampi sui denti e sul margine gengivale. Deve essere effettuata mediante movimenti circolari su tutti i denti secondo un ordine determinato e con le arcate dentarie chiuse.

Tecnica di Stillman modificata: indicata per le persone con problemi gengivali. È simile alla tecnica di Brass, ma in questo caso lo spazzolino viene posizionato 2 mm sopra il margine della gengiva, con le setole orientate verso la radice del dente, quindi si effettua una leggera pressione. Successivamente vengono eseguiti movimenti vibratori prima di orientare lo spazzolino in direzione contraria alla gengiva

 Tecnica di Chartersposizionare lo spazzolino a 45º rispetto all’asse del dente e le setole sulla zona di masticazione del dente, effettuando una leggera pressione e cercando di spingere le punte delle setole nelle aree interprossimali. Successivamente eseguire un movimento di rotazione. Sui denti anteriori, collocare lo spazzolino in posizione verticale e spazzolare.

L’igiene interprossimale una pratica caduta nell’oblio

Il biofilm o placca dentale è la causa principale delle patologie orali più importanti. Per evitarne l’accumulo è fondamentale eseguire una corretta igiene orale che includa anche le zone interprossimali.
Lo spazzolino e il dentifricio rappresentano il mezzo più comune utilizzato dalla popolazione per l’igiene orale. Tuttavia, esistono alcune zone, come quella interprossimale, difficili da raggiungere con lo spazzolino, dove si depositano i residui di cibo e, soprattutto, i batteri.

Cos’è la zona interprossimale?
La zona interprossimale è quella situata tra i denti, nello spazio al di sotto del punto o dell’area di contatto dei denti, occupato in genere dalla gengiva.
Gli spazi interprossimali, soprattutto quelli posteriori, possono essere difficili da raggiungere anche se i denti sono correttamente allineati. Per questo motivo, se non vengono accuratamente spazzolati, il biofilm può accumularsi facilmente in questi spazi.

Cos’è il biofilm del cavo orale?
Il biofilm del cavo orale, comunemente noto come placca dentale, è un’aggregazione di batteri contraddistinta dalla secrezione di una matrice extracellulare che aderisce alla superficie dei denti(1). Sono state descritte circa 700 specie diverse di batteri del cavo orale(2). È costituito da un 15%-20% di batteri e da un 80%-85% di una matrice composta da polisaccaridi extracellulari, proteine, sali minerali e materiale cellulare.
Quando i batteri si aggregano sottoforma di biofilm, acquisiscono proprietà diverse da quelle che avrebbero separatamente, come una maggiore capacità adattativa e una resistenza maggiore agli agenti microbici.

Perché è importante evitare l’accumulo del biofilm?
I batteri presenti nel biofilm sono la causa delle patologie orali più importanti, quali: carie (il 77% delle carie è di origine interprossimale(3)), malattie parodontali (gengivite e parodontite)(4) e malattie perimplantari (mucosite perimplantare e perimplantite), che possono avere una certa ripercussione anche sulla vita sociale.
Oltre a compromettere la salute orale provocando in alcuni casi la perdita dei denti, queste patologie possono influire a livello sistemico, come nel caso delle malattie parodontali(5). Sono anche la causa di altri problemi orali come l’alitosi o alito cattivo.
Evitando l’accumulo del biofilm, quindi, si prevengono la comparsa e le conseguenze di queste malattie.

Come evitare l’accumulo del biofilm?
Il mezzo più comune per controllare il biofilm è lo spazzolamento dei denti, particolarmente efficace nella rimozione dalla superficie occlusale, vestibolare e linguale o palatale.
Tuttavia, con lo spazzolamento è possibile pulire soltanto il 60% della superficie dei denti. Il restante 40% appartiene alla zona interprossimale. Le zone interprossimali, soprattutto posteriori, sono quelle meno accessibili.

Quali strumenti esistono per l’igiene interprossimale?
Per la pulizia dell’area interprossimale, esistono diversi strumenti, quali: spazzolino interprossimale, filo interdentale e idropulsore. È importante che l’odontoiatra o l’igienista diano a ogni persona le istruzioni per il corretto uso dei diversi strumenti e che sappiano scegliere quello più adeguato in ogni singolo caso.
Esistono anche dépliant e video esplicativi (www.entredientes.es) che consentono a chiunque di conoscere questa tecnica.
Gli spazzolini interprossimali più adatti sono quelli costituiti da setole di qualità, in grado di rimuovere il biofilm e i residui di cibo, e da un filo rivestito di un materiale che non danneggi denti e gengive. È necessario scegliere sia la grandezza adeguata per ogni spazio interprossimale sia la forma della testina, che può essere cilindrica o conica. Le forme coniche sono raccomandate per gli spazi tra i molari e i premolari, quelle cilindriche per il resto degli spazi interdentali.
Così come lo spazzolamento, anche l’igiene interprossimale deve essere eseguita quotidianamente per evitare l’accumulo dei batteri(6).

Perché non si presta attenzione all’igiene interprossimale?
Il motivo principale per cui non viene eseguita la pulizia interprossimale è legato alla disinformazione della maggior parte della popolazione, convinta che lo spazzolamento sia sufficiente per avere una corretta igiene orale. Non si conoscono nemmeno tutti gli strumenti esistenti per l’igiene interprossimale né i casi in cui sono raccomandati (esistono, ad esempio, spazzolini interprossimali di diverse grandezze, filo interdentale con o senza cera, ecc.).
Un altro problema è legato alla mancanza di motivazione. Considerando la scarsa importanza attribuita all’igiene interprossimale ed essendo un’attività che richiede del tempo, le persone non trovano la motivazione necessaria ad eseguirla regolarmente e spesso non viene mai realizzata.
Esiste la possibilità che alcune persone non puliscono gli spazi interprossimali a causa della difficoltà a farlo. È necessaria una certa abilità, pazienza e tempo per imparare ad applicare la tecnica, soprattutto nel caso del filo interdentale(7,8).
Molte persone provano paura quando eseguono la pulizia interprossimale, perché credono che possa causare il sanguinamento o danneggiare le otturazioni o le capsule dentali. Il sanguinamento della gengiva durante la pulizia con il filo interdentale e lo scovolino, o l’uso dell’idropulsore, dipenderà quasi sicuramente da un’infiammazione della gengiva a causa dell’accumulo del biofilm tra i denti, che potrebbe indicare la presenza di una malattia delle gengive e la necessità di intervento mediante un trattamento professionale(6).
Il danneggiamento delle otturazioni o delle capsule dentali non dipende in nessun caso dall’igiene interprossimale, bensì dal cattivo stato delle ricostruzioni.

È necessaria una pulizia dentale professionale nello studio dentistico?
In genere si raccomanda di eseguire la pulizia dentale professionale almeno una volta all’anno. Oltre a controllare lo stato della salute orale e a motivare il paziente a eseguire adeguatamente l’igiene orale, l’obiettivo è la rimozione del tartaro o calcolo dentale e del biofilm accumulato.
Il tartaro o calcolo dentale è biofilm che è aderito ai denti, non rimosso mediante l’igiene orale quotidiana e che si è mineralizzato con il tempo. Una volta che il biofilm si è trasformato in tartaro, gli strumenti per l’igiene interprossimale utilizzati in casa non bastano a rimuoverlo. Saranno necessari, infatti, gli strumenti professionali dello studio dentistico, come la curette o gli ultrasuoni.

Come è possibile migliorare l’igiene interprossimale?
Esistono piccoli trucchi che possono essere d’aiuto per mantenere una bocca più pulita anche negli spazi interprossimali.
* La maggior parte delle persone che eseguono una pulizia orale quotidiana si limitano a spazzolarsi i denti. Un modo per non dimenticare di eseguire l’igiene interprossimale è di invertire l’ordine delle fasi: passare innanzitutto il filo interdentale o lo scovolino e proseguire con lo spazzolamento dei denti.
* Potrebbe essere utile anche utilizzare un rilevatore di placca o biofilm. Utilizzato prima dell’igiene orale, permette di localizzare e di indicare il biofilm accumulatosi tra i denti e, soprattutto, tra gli spazi interprossimali. Il rilevatore di placca può essere utilizzato anche dopo l’igiene orale per valutarne l’efficacia e per contribuire a comprendere l’importanza di utilizzare gli strumenti per l’igiene interprossimale.

Tecnologia sonica per uno spazzolamento efficace

DENTAID, laboratorio esperto in salute orale, presenta VITIS® sonic S20.

Come funziona la tecnologia sonica a doppia azione di VITIS Sonic?

1. Azione meccanica  
Le setole vibrano a una frequenza elevata (vibrazioni soniche) sulla superficie del dente rimuovendo in modo efficace il biofilm orale (placca batterica).

2. Azione idrodinamica
L’alta velocità di vibrazione delle setole emette onde sonore trasmesse attraverso la saliva all’interno del cavo orale, assicurando una maggiore disgregazione del biofilm.

Vengono generate, inoltre, piccole bolle di ossigeno nella saliva spinte verso l’esterno e in grado di alterare la placca batterica nelle zone difficili da raggiungere.

Caratteristiche
La nuova gamma VITIS® sonic combina le caratteristiche degli spazzolini manuali VITIS® con l’innovativa tecnologia sonica, dando vita a uno spazzolino di qualità superiore.

Gli spazzolini VITIS® si sono sempre contraddistinti per la loro testina a forma di diamante e per le setole in Tynex® di alta qualità. VITIS® sonic conserva queste caratteristiche in una testina a grandezza access (piccola) per facilitare l’accesso alle zone posteriori. È disponibile in due consistenze: media, per uno spazzolamento normale, e gingival, con setole a durezza morbida per uno spazzolamento più delicato.

Il manico è ergonomico e antiscivolo in entrambi i modelli. Il Vitis Sonic S20 è dotato di timer per quadrante. Ogni 30 secondi lo spazzolino si arresta momentaneamente per indicare il cambio quadrante e dopo due minuti si spegne per indicare il compimento del tempo minimo raccomandato per spazzolare i denti (2 minuti, 30 secondi a quadrante).

VITIS sonic S20 dispone di tre modalità di spazzolamento: normal, con 31.000 movimenti al minuto per uno spazzolamento efficace rispettando denti e gengive; precision, con 40.000 movimenti al minuto delle setole, che assicura una maggiore precisione e uno spazzolamento più accurato e massage, con vibrazioni tra 31.000 e 40.000 movimenti al minuto, che permettono una pulizia maggiore del margine gengivale.

La batteria è a lunga durata: una sola ricarica può durare diverse settimane.

Efficacia
È stata eseguita una prova di efficacia dello spazzolino VITIS® sonic sotto controllo odontoiatrico su persone che utilizzano in genere lo spazzolino manuale.

VITIS® sonic combina le caratteristiche distintive degli spazzolini VITIS® con l’innovativa tecnologia sonica

Al termine dello studio, è stata riscontrata una riduzione dell’infiammazione delle gengive del 58% dopo 10 giorni e del 69% dopo 21 giorni. Riguardo l’indice di placca, la diminuzione è stata di 20 punti dopo 10 giorni e di 24 punti dopo 21 giorni, determinando una riduzione dell’indice di placca del 39% rispetto alla situazione iniziale sia nel cavo orale che nelle zone interprossimali. È stato eseguito un altro studio della durata di un mese su 535 soggetti che dimostra l’idoneità dello spazzolino VITIS® sonic in termini di design, usabilità e risultati dello spazzolamento e sono stati ottenuti i risultati seguenti:
• Il 90% ritiene che lo spazzolino VITIS® sonic rispetti le gengive.
• Il 96% ritiene che sia uno spazzolino di qualità.
• L’89% afferma che i risultati sono visibili.
• 9 persone su 10 che hanno provato il prodotto lo raccomandano.

In sintesi, oltre ad essere considerato un ottimo spazzolino, lo spazzolino VITIS® sonic contribuisce anche a migliorare la salute delle gengive e l’indice di placca in soli 10 giorni.

L’importanza di frutta e verdura nella malattia parodontale

Le autorità sanitarie non hanno dubbi: consumare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno è sano e riduce considerevolmente il rischio di malattie cardiovascolari, di morte prematura e di cancro. Diversi studi osservazionali con evidenza di alta qualità lo confermano scientificamente.

Un frutto di media grandezza; mezza fetta di melone, anguria o ananas; due o tre albicocche, prugne, mandarini, ecc. o una tazza di ciliegie, fragole o uva sono un esempio di una porzione di frutta (140-150 g a peso netto, cruda e pulita). Un piatto di verdura cotta, un piatto di insalata mista, media melanzana o zucchina, un piatto medio di cetrioli o pomodori, una carota grande, quattro carciofi medi o cinque funghi champignon medi sono un esempio di una porzione di verdure (140-150 g a peso netto, crude e pulite).

La frutta e la verdura sono ricche di vitamine, minerali e composti polifenolici. Un consumo inadeguato di queste sostanze può predisporre a un rischio maggiore di soffrire di malattia parodontale.

Un gruppo di ricercatori polacchi ha pubblicato i risultati di una revisione sistemica sugli effetti del consumo di frutta e verdura nella malattia parodontale. Usando MEDLINE (PubMed), Scopus e Google Scholar come database, hanno trovato e analizzato 181 articoli potenzialmente rilevanti fino a selezionarne 15 per la revisione finale. Di questi, 4 descrivevano gli studi sperimentali, 3 informavano sugli studi di coorte prospettici e retrospettivi e 8 erano studi trasversali. In totale hanno partecipato alla revisione 10.604 persone da 15 a 90 anni.

I risultati erano evidenti. Il consumo di almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura può prevenire la progressione delle malattie parodontali, soprattutto la parodontite e la perdita dei denti. È stato osservato, inoltre, che il consumo di determinati frutti e verdure nella dieta e le attività di educazione nutrizionale sono essenziali nel trattamento dei pazienti con gengivite e parodontite.

Nonostante per la conferma definitiva dei risultati siano necessari studi sperimentali e osservazionali più definiti, raccomandare il consumo di 5 porzioni al giorno di frutta e verdura e includere una visita nutrizionistica nei pazienti affetti da parodontite deve diventare una norma nel trattamento terapeutico del paziente parodontale.