Dott. Daniele Puzzilli, odontoiatra del calciatore Leonardo Spinazzola

1- Sulla scia della pandemia, è stato dimostrato che le persone stanno prestando più attenzione alla loro cura personale. Quanto è importante l’odontoiatria in tempi di COVID-19?

La pandemia ha sicuramente cambiato le nostre abitudini di vita, ha sicuramente valorizzato la cura personale e il volersi bene.  C’è stato più tempo per dedicarsi al proprio corpo e osservare in modo più attento i difetti del proprio sorriso. Sicuramente c’è stato un aumento dell’attenzione della consapevolezza di eventuali cure e miglioramenti che potessero essere effettuati nella propria bocca e quindi c’è stato un aumento delle richieste di cure in ambito odontoiatrico.

2- Come possono le condizioni orali influenzare le prestazioni sportive?

L’occlusione dentale, parafunzioni, presenza di metalli in vecchi restauri, denti del giudizio mal posizionati o infezioni possono ovviamente essere causa di un’alterata performance sportiva e di un rischio di infortuni ricorrenti. Ovviamente un’attenta analisi clinica e strumentale prevede di poter intercettare eventuali   cause   e porre fine ad infortuni e/o migliorare così la performance sportiva.

3- Quale problema orale aveva Leonardo Spinazzola e come ha scoperto che lo condizionava in termini di infortuni?

Leonardo Spinazzola aveva, come tanti calciatori e tanti atleti professionisti seguiti da me da anni, un problema di occlusione e  di parafunzione che non erano mai stati analizzati.

4- Quale trattamento è stato effettuato?

Questo problema è stato rilevato attraverso tecnologie e strumentazioni che potessero evidenziare in modo oggettivo lo squilibrio e poter quindi effettuare una strategia terapeutica adeguata. Nello specifico con lui è stato applicato il mio bite per riequilibrare occlusione e postura.

5- Come influisce la malocclusione dentale sulle prestazioni sportive? Ha altri casi simili in cui un problema di salute orale influisce sulle prestazioni sportive?

Sono Moltissimi gli atleti che seguo in diverse discipline sportive e che aiuto a migliorare  le loro performance  sportive.

Quest’anno è stato un anno di Olimpiadi e Campionati Europei e sono molti gli atleti che hanno preso medaglie olimpiche in sport diversi che abbiamo seguito per poterli portare nel loro massimo dell’attività e performance sportiva.

6- Come pensa che si possa migliorare la diffusione della consapevolezza dell’importanza della salute orale nella società?

I social oggi sono un elemento molto importante per aiutare la diffusione e la consapevolezza della salute orale e se ben utilizzati possono essere un ottimo veicolo per poter aiutare, fare prevenzione e corretta informazione.

7- Quali consigli può offrire ai nostri lettori per prendersi cura della loro salute orale?

Il mio consiglio è semplicemente mettere attenzione e dedicare tempo all’igiene orale domiciliare ed effettuare controlli ricorrenti in strutture odontoiatriche adeguate con tecnologie avanzate per poter quindi non solo prevenire problematiche dentali ma aiutare anche attraverso la bocca ad avere un miglioramento della qualità di vita.

Nuova classificazione: salute parodontale, malattie gengivali e condizioni ad esse relate.

AULA DENTAID presenta i suoi nuovi corsi in streaming #IoRestoACasa.

Tutti noi dobbiamo essere responsabili e restare a casa, ma se sei un dentista o un igienista dentale, da DENTAID vogliamo offrirti dei webinar con contenuti di qualità che ti permettano di aggiornare le tue conoscenze in Salute Orale.

1° sessione: giovedì 26 marzo alle 16.00 su Youtube.

Webinar 1 (giovedi 26 marzo alle 16:00 su Youtube): 

Nuova classificazione: salute parodontale, malattie gengivali e condizioni ad esse relate.

Link all’evento: https://youtu.be/uDKkOKSOrLo

Webinar 2 (giovedi 2 aprile alle 16:00 su Youtube):

Periodontiti e fattori che influenzano lo stato di salute del parodonto : la diagnosi e la prognosi secondo la nuova classificazione.

Webinar 3 (giovedi 9 aprile alle 16:00 su Youtube):

Malattie Peri-implantari:come indirizzare il clinico con una giusta diagnosi.

I tre webinar copriranno per intero la nuova classificazione dell patologie parodontali e peri-implantari.

 

Abstract

Uno schema di classificazione per le patologie parodontali e peri-implantari si è resa necessaria per i clinici al fine di migliorare la diagnosi ed individualizzare il trattamento dei pazienti. Lo scopo è stato quello di allineare ed rinnovare la classificazione secondo le attuali conoscenze riguardo queste patologie e soprattutto quello di chiarire alcuni aspetti irrisolti di quella precedente. Obiettivo di questi webinar è quello di entrare nel dettaglio negli schemi della nuova classificazione al fine di fornire al clinico gli strumenti necessari per la sua interpretazione. Gli odontoiatri e gli igienisti dentali hanno il dovere di diagnosticare le patologie parodontali per meglio approcciare al trattamento e capirne soprattutto la prognosi.

 

Relatori

Dr. Carlo Gaeta

Si laurea in Odontoiatria presso l’Università degli Studi di Siena con il massimo dei voti, la sua tesi è stata frutto di un brevetto industriale totalmente finanziato dallo stesso Ateneo. Ha frequentato e collaborato con il “Department of Preventive Science” dell’Università del Minnesota con il Prof. Mark Herzberg, editore del Journal of Dental Research”. Dopo anni di libera professione, dedicata soprattutto alla parodontologia, diviene docente a contratto presso il Master in Endodonzia e Conservativa presso L’Università degli Studi di Siena. Contemporaneamente accede al Dottorato di ricerca in “Biotecnologie Mediche” presso la stessa Università. Attualmente si dedica interamente alla ricerca ed in particolare al ruolo del microbioma orale e quello intestinale nello sviluppo di malattie sistemiche.

Cos’è il Cloruro di cetilpiridinio (CPC)?

Il CPC è un antisettico ad ampio spettro di azione che incrementa l’attività antibatterica della CHX.

Il Cloruro di cetilpiridinio è un antisettico ad ampio spettro di azione attivo verso i batteri gram+ e gram-, virus e funghi, simile alla clorexidina in vitro, più efficace contro i gram+. Presenta un buon assorbimento del pH orale con una sostantività nel cavo orale di 3-5 ore. Svolge, inoltre, un’attività antiplacca contro le tossine proinfiammatorie liberate dai batteri, prevenendo in questo modo la comparsa di gengivite.
È classificato dalla FDA come un antimicrobico sicuro ed efficace per il controllo della gengivite provocata dalla placca, se presente in una concentrazione tra 0,045% e 0,1%.

Struttura
La molecola di cloruro di cetilpiridinio (CPC) è un composto di ammonio quaternario incluso nel gruppo dei tensioattivi, ha una forma monocationica, è solubile in alcol e in soluzioni acquose; può agire come detergente e come antisettico, non è né ossidante né corrosivo e ha un pH neutro.

Meccanismo d’azione
La regione polare e quella apolare della molecola fanno sì che il CPC si comporti come un surfactante cationico con carica netta positiva. Le molecole di CPC si legano alla superficie caricata negativamente della membrana cellulare batterica. La regione apolare della molecola, con caratteristiche simili ai fosfolipidi di membrana, penetra nella membrana cellulare dei batteri alterando e generando un disequilibrio nella regolazione osmotica, che provoca la perdita del materiale citoplasmatico e, conseguentemente, la morte cellulare.
Deve la sua attività antigengivale anche alla neutralizzazione delle tossine proinfiammatorie batteriche. Il CPC agisce integrandosi a questi liposaccaridi per alterare in questo modo la loro struttura e neutralizzarli.

Sostantività
Il CPC ha una sostantività di 3-5 ore (1,2,3)

Proprietà
1. Capacità di inibire la crescita del biofilm orale.
2. Capacità di riduzione della gengivite (4,5)
3. Controllo e riduzione dell’accumulo di placca (6,7,8)
4. Effetto inibitorio della placca (9)

Indicazioni

Prevenzione di gengivite e mucosite perimplantare(10)

Pazienti soggetti a infiammazione(11) e sanguinamento delle gengive

Prevenzione nei pazienti con rischio di carie

Pazienti con controllo inadeguato della placca

Pazienti con apparecchio ortodontico(12)

Posologia
Nei trattamenti parodontali: fare 3 sciacqui al giorno per 30 secondi con 15 ml dopo aver lavato i denti.

Controindicazioni e interazioni
Non sono state descritte.

Effetti collaterali
Il CPC ha meno incidenza di effetti collaterali della CHX. Raramente sono stati riportati i seguenti effetti collaterali: colorazione dei denti e della lingua, irritazione della gengiva e comparsa di ulcere aftose.
Questi effetti non sono comuni e sono reversibili sospendendo l’uso. L’eventuale colorazione si può rimuovere mediante l’utilizzo di un dentifricio abrasivo e/o profilassi.

Chiavi per diagnosticare, prevenire e combattere la ipersensibilità dentale

L’ipersensibilità dentale è una condizione orale che può influenzare in maniera significativa la qualità di vita dei soggetti che ne sono affetti. Presentiamo le chiavi per stabilire la diagnosi corretta e per aiutare i pazienti a prevenirla e a curarla in modo adeguato.

L’ipersensibilità dentinale (ID) o ipersensibilità dentale si manifesta come dolore acuto e transitorio la cui insorgenza dipende dall’esposizione della dentina ad agenti termici, tattili, osmotici, chimici o a stimoli evaporativi, che non può essere associato a nessun altro disturbo o malattia (1).

L’ID può avere ripercussioni gravi sulla salute orale e sulla qualità di vita delle persone che ne sono affette. Può essere particolarmente fastidiosa durante i pasti portando il paziente a ridurre l’assunzione dei cibi e delle bevande preferite, influenzandone in questo modo lo stato d’animo. Si può accusare dolore anche durante la pulizia dei denti e addirittura inspirando aria. Per evitare il disagio, il paziente tende a prestare meno attenzione alla pulizia dei denti, riducendone l’efficacia e favorendo l’accumulo di placca dentale che aumenta il rischio di carie cervicali, gengiviti e parodontite.

L’ID può colpire una persona su quattro della popolazione complessiva. Colpisce soprattutto donne giovani tra i 18 e i 30 anni, e i denti più suscettibili sono in genere i canini e i premolari(2).

Tra i pazienti degli studi dentistici, i più colpiti da ID sono i soggetti affetti da parodontite (60-98%). Dopo il raschiamento e la levigatura radicolare, l’ID può colpire un 55% dei pazienti e fino a un 88,2% dei pazienti sottoposti alla chirurgia parodontale. In un 12% dei casi può essere motivo di abbandono del mantenimento parodontale.

EZIOLOGIA E CAUSE 

L’eziologia dell’ID è attribuita alla recessione gengivale e all’esposizione della dentina all’ambiente esterno a causa della perdita di smalto che copre la corona e della perdita del cemento dentale.

In questi casi i tubuli dentinali restano esposti o aperti permettendo la comunicazione tra l’ambiente orale e la polpa del dente. In questo modo il movimento del fluido tubulare contenuto nei tubuli produce una stimolazione delle fibre A-delta raggruppate attorno agli odontoblasti, trasmettendo l’impulso nervoso alla polpa dentale e provocando una sensazione dolorosa(3). Pertanto uno stimolo di tipo termico, chimico o tattile che in condizioni normali non provocherebbe nessun dolore, procura un dolore molto intenso che si limita alla durata dello stimolo.

La causa principale della perdita dei tessuti duri è l’abrasione, soprattutto a livello del colletto dei denti e in combinazione con l’erosione, l’attrizione (fisiologica o patologica), l’abfrazione sui colletti dentali provocata da trauma occlusale e l’erosione causata da sostanze acide, sia intrinseche che estrinseche.

La recessione gengivale può dipendere da diversi fattori quali l’abrasione, causata da una pulizia aggressiva e inadeguata dei denti, un biotipo gengivale sottile, alcuni processi parodontali e la trazione dei frenuli labiali nelle zone con poca gengiva cheratinizzata.

DIAGNOSI 

La diagnosi dell’ID si effettuerà in base alla procedura seguente:

  1. Si inizierà dalla raccolta di una storia clinica dettagliata volta a identificare le malattie e i disturbi più significativi, come, per esempio, le situazioni in cui si presentano diversi episodi di vomito. È importante anche prendere in considerazione i farmaci assunti dal paziente, lo stile di vita e le abitudini alimentari che prevedono l’assunzione di cibi acidi che possono dare luogo ai fenomeni di ipersensibilità dentale.
  2. Si eseguirà poi la anamnesi e si chiederanno informazioni sul tipo di dolore accusato dal paziente: com’è, quando insorge, che cosa lo provoca e quanto dura. Si descriveranno anche il tipo e la frequenza dell’igiene orale quotidiana seguita dal paziente.
  3. Si procederà ora con l’esame clinico per scartare la possibilità di altre malattie, come carie, gengivite o pulpite che presentano gli stessi sintomi dell’ID. Si verificherà anche se esistono lesioni come abrasione, erosione o recessione gengivale nei denti interessati.
  4. Per confermare qual è il dente e la zona colpita si possono riprodurre gli stimoli che causano sensibilità mediante acqua fredda, aria, stimolo tattile con sonda, ecc. A questo punto sarà possibile stabilire la diagnosi differenziale dell’ID e, se confermato, si proseguirà con la gestione clinica.

MISURE DI PREVENZIONE 

Prima di iniziare il trattamento è necessario stabilire una serie di misure di prevenzione per prevenire l’occorrenza e la cronicità del processo. A tal fine è necessario mettere in atto un cambiamento delle abitudini ed evitare i fattori di predisposizione. È importante evitare le cause che determinano l’esposizione e l’apertura dei tubuli della dentina all’ambiente orale, migliorando in questo modo l’efficacia del trattamento clinico. Il trattamento prevede una consulenza nutrizionale, qualche istruzione per una corretta igiene orale e la correzione delle cattive abitudini.

A livello alimentare si deve eliminare o ridurre l’assunzione di bevande e di cibi acidi, inclusi quelli che non sembrano acidi e vengono consumati nella dieta abituale, come yogurt, vino bianco e rosso, bevande gassate, ecc. È importante, inoltre, prevenire la presenza di acidi nella bocca di pazienti che hanno episodi di vomito ripetuti, ai quali si raccomanda di bere abbondante acqua e praticare irrigazione o aerosol al posto dell’uso dello spazzolino per le zone posteriori.

Per quanto riguarda l’igiene orale quotidiana, si devono utilizzare spazzolini appropriati con setole morbide di PBT e profilo conico e un dentifricio a bassa abrasività. Le tecniche di spazzolamento saranno simili a quelle del trattamento della parodontite, e prevedono il posizionamento delle setole a livello del solco per eliminare la placca dal margine gengivale, come nella tecnica di Bass. Si raccomanda di attendere almeno 10 minuti dopo i pasti o dopo l’assunzione di bevande con sostanze acide prima di lavarsi i denti. In questo modo la saliva può attenuare l’abbassamento del pH che si crea e favorire la precipitazione dei sali minerali sulla superficie dei denti. Si eviterà quindi l’eliminazione dello smalto e della dentina a causa dello spazzolamento e si preverrà l’abrasione dei colletti dentali.

In ultimo, al fine di correggere le cattive abitudini, si raccomanda di evitare l’uso di stecchini, di mangiarsi le unghie o mordere le penne, i piercing orali e, in caso si bruxismo, correggerlo mediante una ferula di scarico.

TRATTAMENTO 

Per quanto riguarda il trattamento dell’ID, si inizierà sempre da trattamenti meno invasivi. Qualora la situazione non si risolva, saranno utilizzate tecniche e procedure di maggiore penetrazione.

Per il trattamento clinico si possono utilizzare creme, collutori e gel desensibilizzanti che possono svolgere due azioni. In primo luogo, e come tipo di trattamento più classico, si utilizzano i sali di potassio che esercitano un’azione chimica sui tubuli dentinali aperti. Il potassio è in grado di elevare la soglia di eccitazione delle fibre nervose tramite la pompa sodio-potassio e di ridurre in questo modo la trasmissione dell’impulso nervoso. Questo tipo di trattamento è estremamente efficace e richiede un certo periodo di tempo prima di ottenere dei risultati.

«L’ipersensibilità dentale si manifesta come dolore acuto e transitorio la cui insorgenza dipende dall’esposizione della dentina ad agenti termici, tattili, osmotici, chimici o a stimoli evaporativi, che non può essere associato a nessun altro disturbo o malattia»

In secondo luogo, si utilizzano prodotti che svolgono un’azione di sigillo dei tubuli dentinali. Esistono diverse tecnologie, una delle più innovative è quella a base di nanoparticelle di idrossiapatite. Grazie alla loro composizione simile a quella del dente naturale, possono depositarsi intorno alla dentina peritubulare ipermineralizzata in modo da occludere l’apertura dei tubuli in modo parziale o totale, riducendo il movimento del liquido intratubulare e impedendo la comparsa del dolore. Il vantaggio è che ha un effetto immediato ed è particolarmente resistente al lavaggio e agli acidi, grazie all’unione salda con il dente.

Nel caso in cui il trattamento clinico non si riveli sufficiente per curare l’ID, si potranno eseguire altri tipi di trattamento clinico che aiutino a ridurre o a eliminare il dolore mediante il rivestimento della dentina scoperta, con resine e/o compositi che ostruiscono l’apertura dei tubuli e possono aiutare a ripristinare la morfologia del dente, con interventi di chirurgia mucogengivale per il rivestimento della radice scoperta o, in diversi casi, con una combinazione di entrambe le tecniche.

Nei casi di dolore acuto o qualora sia limitante per la vita quotidiana del paziente, si procederà alla devitalizzazione o, da ultimo, all’estrazione del dente.

 

Dott. Xavier Calvo, Parodontologo e Medical Advisor di DENTAID