Il tabacco e le sue conseguenze sulla salute orale

1 luglio 2017

Il tabagismo è un’abitudine estremamente dannosa per la salute che continua ad essere molto diffusa nella popolazione. È la prima causa prevenibile di morte prematura in tutto il mondo e si stima che entro il 2020 sarà direttamente correlata a circa 10 milioni di morti, in particolare nei paesi in via di sviluppo¹.

In Spagna, secondo l’ultima rilevazione INE del periodo 2011-12, circa 1 su 3 adulti è un fumatore regolare.

Il meccanismo d’azione del tabacco e dei suoi componenti si verifica sia a livello locale che sistemico. A livello locale, la bocca è la porta d’ingresso del fumo del tabacco e, pertanto, questo è un irritante diretto della mucosa orale. Inoltre la nicotina ha effetti diretti sulle gengive. A livello sistemico, il tabacco altera i meccanismi innati e adattati di difesa oltre ad interferire in numerosi processi cellulari.

Il consumo di tabacco è legato a una lunga lista di malattie e di patologie sistemiche tra le quali diverse che riguardano la salute orale. Un chiaro esempio di queste alterazioni è il ritardo nella cicatrizzazione delle ferite della bocca, sia di quelle prodotte accidentalmente che di quelle derivanti dalla chirurgia parodontale e dalle estrazioni dentarie². Inoltre il fumo può causare alito cattivo, sia per l’odore dello stesso tabacco che per le variazioni della microflora batterica della bocca³.

Tuttavia, le principali patologie del cavo orale associate al consumo di tabacco, che svilupperemo in questo articolo, sono la malattia parodontale e il cancro orale.

Tabacco e malattia parodontale

Il tabacco è il principale fattore di rischio ambientale e il secondo fattore modificabile più importante, dopo il controllo della placca, per lo sviluppo della patologia parodontale. Uno dei meccanismi attraverso il quale il tabacco favorisce il suo sviluppo sembra essere la riduzione e l’alterazione delle difese immunitarie contro i patogeni parodontali. I fumatori spesso hanno un incremento dei monociti nel sangue periferico con alterazioni della sua funzionalità. Un’attività fagocitaria alterata può portare ad un deficit nella eliminazione degli agenti patogeni dalla cavità orale.

“Il rischio di soffrire di cancro orale nei fumatori supera da tre a cinque volte quello dei non fumatori”

Analogamente, i linfociti B e T esposti al tabacco presentano una riduzione della loro capacità di proliferazione e della produzione di immunoglobuline protettive contro i patogeni orali.

La caratteristica tipica della patologia parodontale associata al tabacco è la distruzione dei tessuti di sostegno dei denti, con i segni derivanti dalla perdita ossea, formazione di tasche parodontali e, occasionalmente, perdita dei denti.

Il tabacco aumenta da 5 a 20 volte, secondo la definizione della malattia, il rischio di soffrire di una patologia parodontale rispetto alla popolazione di non fumatori. Questo aumento dipende dal tempo di esposizione. La causa può essere correlata sia ai cambiamenti nella flora batterica orale che per fenomeni vascolari e infiammatori. Inoltre, la nicotina e il monossido di carbonio del fumo del tabacco influiscono negativamente sulla cicatrizzazione delle ferite.

I fumatori hanno un aumento della diffusione delle patologie parodontali. Hanno anche una maggiore possibilità della perdita di denti.

La maggior parte degli studi hanno anche evidenziato che i fumatori con parodontite rispondono in modo meno favorevole ai trattamenti parodontali, sia non chirurgici che chirurgici, e si sconsigliano gli interventi chirurgici sia di tipo rigenerativo che muco-gengivale.

Gli studi realizzati a lungo termine hanno dimostrato che i fumatori hanno una maggiore probabilità di recidiva della patologia parodontale durante i periodi di mantenimento parodontale, in particolare sono i fumatori che consumano più di 10 sigarette al giorno quelli che hanno la maggior progressione della malattia.

Si è anche visto in alcuni studi che i fumatori passivi possono essere maggiormente coinvolti nella patologia parodontale, anche se questo è più difficile da determinare.

Inoltre, i fumatori rischiano maggiormente di soffrire per complicanze agli impianti dentali, sia a breve che a lungo termine.

Tabacco e cancro orale

Il tabacco nelle sue diverse forme e usi è, insieme all’assunzione di alcol e di certe carenze nutrizionali in alcuni micronutrienti, la principale causa di cancro orale.

Il tabacco contiene circa 60 prodotti della combustione cancerogeni con la capacità di legarsi al DNA e di alterarlo. Inoltre, il tabacco aumenta lo stress ossidativo dei tessuti e, quindi, il rilascio di particolari specie di radicali liberi che danneggiano le proteine, i lipidi, i carboidrati e lo stesso DNA.

Gli studi hanno dimostrato che il rischio di soffrire di cancro orale nei fumatori supera da tre a cinque volte quello dei non fumatori, che l’effetto è in funzione della quantità di tabacco e che il rischio aumenta drasticamente con l’assunzione di alcol.

Le lesioni che possiamo trovare nella bocca  e che hanno un maggiore rischio di trasformazione maligna, sono le leucoplachie, descritte come placche biancastre che non possono essere asportate mediante raschiatura, fanno parte dell’epitelio e risultano in crescita. Si attribuiscono queste lesioni principalmente al tabacco e sono i precursori del cancro orale in circa un 10% dei casi.

CONCLUSIONE

In sintesi, bisogna considerare che la bocca è particolarmente sensibile al tabacco e che il rischio di soffrire di patologie così limitanti come la parodontite, o addirittura mortali come il cancro orale, si moltiplica notevolmente nei fumatori. Pertanto, il ruolo degli operatori sanitari è fondamentale nel motivare i fumatori a ridurre o abbandonare definitivamente il tabacco.

Dott. Xavier Calvo, Parodontologo e Medical Advisor di DENTAID

 

Bibliografia

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