Chiavi per diagnosticare, prevenire e combattere la ipersensibilità dentale

22 novembre 2017

L’ipersensibilità dentale è una condizione orale che può influenzare in maniera significativa la qualità di vita dei soggetti che ne sono affetti. Presentiamo le chiavi per stabilire la diagnosi corretta e per aiutare i pazienti a prevenirla e a curarla in modo adeguato.

L’ipersensibilità dentinale (ID) o ipersensibilità dentale si manifesta come dolore acuto e transitorio la cui insorgenza dipende dall’esposizione della dentina ad agenti termici, tattili, osmotici, chimici o a stimoli evaporativi, che non può essere associato a nessun altro disturbo o malattia (1).

L’ID può avere ripercussioni gravi sulla salute orale e sulla qualità di vita delle persone che ne sono affette. Può essere particolarmente fastidiosa durante i pasti portando il paziente a ridurre l’assunzione dei cibi e delle bevande preferite, influenzandone in questo modo lo stato d’animo. Si può accusare dolore anche durante la pulizia dei denti e addirittura inspirando aria. Per evitare il disagio, il paziente tende a prestare meno attenzione alla pulizia dei denti, riducendone l’efficacia e favorendo l’accumulo di placca dentale che aumenta il rischio di carie cervicali, gengiviti e parodontite.

L’ID può colpire una persona su quattro della popolazione complessiva. Colpisce soprattutto donne giovani tra i 18 e i 30 anni, e i denti più suscettibili sono in genere i canini e i premolari(2).

Tra i pazienti degli studi dentistici, i più colpiti da ID sono i soggetti affetti da parodontite (60-98%). Dopo il raschiamento e la levigatura radicolare, l’ID può colpire un 55% dei pazienti e fino a un 88,2% dei pazienti sottoposti alla chirurgia parodontale. In un 12% dei casi può essere motivo di abbandono del mantenimento parodontale.

EZIOLOGIA E CAUSE 

L’eziologia dell’ID è attribuita alla recessione gengivale e all’esposizione della dentina all’ambiente esterno a causa della perdita di smalto che copre la corona e della perdita del cemento dentale.

In questi casi i tubuli dentinali restano esposti o aperti permettendo la comunicazione tra l’ambiente orale e la polpa del dente. In questo modo il movimento del fluido tubulare contenuto nei tubuli produce una stimolazione delle fibre A-delta raggruppate attorno agli odontoblasti, trasmettendo l’impulso nervoso alla polpa dentale e provocando una sensazione dolorosa(3). Pertanto uno stimolo di tipo termico, chimico o tattile che in condizioni normali non provocherebbe nessun dolore, procura un dolore molto intenso che si limita alla durata dello stimolo.

La causa principale della perdita dei tessuti duri è l’abrasione, soprattutto a livello del colletto dei denti e in combinazione con l’erosione, l’attrizione (fisiologica o patologica), l’abfrazione sui colletti dentali provocata da trauma occlusale e l’erosione causata da sostanze acide, sia intrinseche che estrinseche.

La recessione gengivale può dipendere da diversi fattori quali l’abrasione, causata da una pulizia aggressiva e inadeguata dei denti, un biotipo gengivale sottile, alcuni processi parodontali e la trazione dei frenuli labiali nelle zone con poca gengiva cheratinizzata.

DIAGNOSI 

La diagnosi dell’ID si effettuerà in base alla procedura seguente:

  1. Si inizierà dalla raccolta di una storia clinica dettagliata volta a identificare le malattie e i disturbi più significativi, come, per esempio, le situazioni in cui si presentano diversi episodi di vomito. È importante anche prendere in considerazione i farmaci assunti dal paziente, lo stile di vita e le abitudini alimentari che prevedono l’assunzione di cibi acidi che possono dare luogo ai fenomeni di ipersensibilità dentale.
  2. Si eseguirà poi la anamnesi e si chiederanno informazioni sul tipo di dolore accusato dal paziente: com’è, quando insorge, che cosa lo provoca e quanto dura. Si descriveranno anche il tipo e la frequenza dell’igiene orale quotidiana seguita dal paziente.
  3. Si procederà ora con l’esame clinico per scartare la possibilità di altre malattie, come carie, gengivite o pulpite che presentano gli stessi sintomi dell’ID. Si verificherà anche se esistono lesioni come abrasione, erosione o recessione gengivale nei denti interessati.
  4. Per confermare qual è il dente e la zona colpita si possono riprodurre gli stimoli che causano sensibilità mediante acqua fredda, aria, stimolo tattile con sonda, ecc. A questo punto sarà possibile stabilire la diagnosi differenziale dell’ID e, se confermato, si proseguirà con la gestione clinica.

MISURE DI PREVENZIONE 

Prima di iniziare il trattamento è necessario stabilire una serie di misure di prevenzione per prevenire l’occorrenza e la cronicità del processo. A tal fine è necessario mettere in atto un cambiamento delle abitudini ed evitare i fattori di predisposizione. È importante evitare le cause che determinano l’esposizione e l’apertura dei tubuli della dentina all’ambiente orale, migliorando in questo modo l’efficacia del trattamento clinico. Il trattamento prevede una consulenza nutrizionale, qualche istruzione per una corretta igiene orale e la correzione delle cattive abitudini.

A livello alimentare si deve eliminare o ridurre l’assunzione di bevande e di cibi acidi, inclusi quelli che non sembrano acidi e vengono consumati nella dieta abituale, come yogurt, vino bianco e rosso, bevande gassate, ecc. È importante, inoltre, prevenire la presenza di acidi nella bocca di pazienti che hanno episodi di vomito ripetuti, ai quali si raccomanda di bere abbondante acqua e praticare irrigazione o aerosol al posto dell’uso dello spazzolino per le zone posteriori.

Per quanto riguarda l’igiene orale quotidiana, si devono utilizzare spazzolini appropriati con setole morbide di PBT e profilo conico e un dentifricio a bassa abrasività. Le tecniche di spazzolamento saranno simili a quelle del trattamento della parodontite, e prevedono il posizionamento delle setole a livello del solco per eliminare la placca dal margine gengivale, come nella tecnica di Bass. Si raccomanda di attendere almeno 10 minuti dopo i pasti o dopo l’assunzione di bevande con sostanze acide prima di lavarsi i denti. In questo modo la saliva può attenuare l’abbassamento del pH che si crea e favorire la precipitazione dei sali minerali sulla superficie dei denti. Si eviterà quindi l’eliminazione dello smalto e della dentina a causa dello spazzolamento e si preverrà l’abrasione dei colletti dentali.

In ultimo, al fine di correggere le cattive abitudini, si raccomanda di evitare l’uso di stecchini, di mangiarsi le unghie o mordere le penne, i piercing orali e, in caso si bruxismo, correggerlo mediante una ferula di scarico.

TRATTAMENTO 

Per quanto riguarda il trattamento dell’ID, si inizierà sempre da trattamenti meno invasivi. Qualora la situazione non si risolva, saranno utilizzate tecniche e procedure di maggiore penetrazione.

Per il trattamento clinico si possono utilizzare creme, collutori e gel desensibilizzanti che possono svolgere due azioni. In primo luogo, e come tipo di trattamento più classico, si utilizzano i sali di potassio che esercitano un’azione chimica sui tubuli dentinali aperti. Il potassio è in grado di elevare la soglia di eccitazione delle fibre nervose tramite la pompa sodio-potassio e di ridurre in questo modo la trasmissione dell’impulso nervoso. Questo tipo di trattamento è estremamente efficace e richiede un certo periodo di tempo prima di ottenere dei risultati.

«L’ipersensibilità dentale si manifesta come dolore acuto e transitorio la cui insorgenza dipende dall’esposizione della dentina ad agenti termici, tattili, osmotici, chimici o a stimoli evaporativi, che non può essere associato a nessun altro disturbo o malattia»

In secondo luogo, si utilizzano prodotti che svolgono un’azione di sigillo dei tubuli dentinali. Esistono diverse tecnologie, una delle più innovative è quella a base di nanoparticelle di idrossiapatite. Grazie alla loro composizione simile a quella del dente naturale, possono depositarsi intorno alla dentina peritubulare ipermineralizzata in modo da occludere l’apertura dei tubuli in modo parziale o totale, riducendo il movimento del liquido intratubulare e impedendo la comparsa del dolore. Il vantaggio è che ha un effetto immediato ed è particolarmente resistente al lavaggio e agli acidi, grazie all’unione salda con il dente.

Nel caso in cui il trattamento clinico non si riveli sufficiente per curare l’ID, si potranno eseguire altri tipi di trattamento clinico che aiutino a ridurre o a eliminare il dolore mediante il rivestimento della dentina scoperta, con resine e/o compositi che ostruiscono l’apertura dei tubuli e possono aiutare a ripristinare la morfologia del dente, con interventi di chirurgia mucogengivale per il rivestimento della radice scoperta o, in diversi casi, con una combinazione di entrambe le tecniche.

Nei casi di dolore acuto o qualora sia limitante per la vita quotidiana del paziente, si procederà alla devitalizzazione o, da ultimo, all’estrazione del dente.

 

Dott. Xavier Calvo, Parodontologo e Medical Advisor di DENTAID

 

Bibliografia

  1. Canadian Advisory Board on Dentine Hypersensitivity (2003) Consensus-based recommendations for the diagnosis and management of dentine hypersensitivity. J Can Dent Assoc 2003; 69: 221-228.
  2. Splieth CH, Tachou A. Epidemiology of dentin hypersensitivity. Clin Oral Investig 2013; 17 Suppl. 1: S3-S8.
  3. Brännström M. A hydrodynamic mechanism in the transmission of pain producing stimuli through the dentine. In: Anderson DJ, editor. Sensory mechanisms in dentine. Oxford: Pergamon Press; 1963; p. 73-79.