Fili e nastri interdentali: gli strumenti per un’igiene completa

A cosa serve il filo/nastro interdentale?

L’uso del filo o nastro interdentale è la tecnica maggiormente raccomandata per eliminare la placca interprossimale (1).

Se usato in associazione allo spazzolamento giornaliero, permette di eliminare una maggiore quantità di placca dalle zone interprossimali (2,3). Se correttamente usato, permette di eliminare fino all’80% della placca prossimale. Elimina anche la placca sottogengivale, poiché può arrivare a 2-3,5 mm sotto il margine gengivale (4).

Il suo uso è consigliato per persone con margini gengivali normali o con spazi interprossimali ridotti. La differenza tra il filo e il nastro interdentale sta nel suo aspetto: il filo presenta una forma tubolare, mentre il nastro è più ampio e piatto. Entrambi sono efficaci nell’eliminazione del biofilm dentale. La scelta di uno o dell’altro dipende dalle preferenze dell’utente.

Il fatto che sia ricoperto di cera ne facilita l’uso, poiché scorre tra gli spazi più stretti. La cera offre resistenza e durata di applicazione e aiuta a prevenire i traumi dei tessuti molli. Se ne raccomanda l’uso in pazienti con contatti prossimali dei denti aderenti. Una volta srotolato, il filo/nastro interdentale senza cera agisce su una superficie maggiore rispetto al filo in cera. Si raccomanda in pazienti con contatti dei denti normali.

I fili/nastri interdentali possono essere integrati da fluoro e menta, per offrire una pulizia profonda e ottenere una maggiore sensazione di freschezza dopo l’uso.

Come si usa il filo/nastro interdentale? 

  1. Tagliare circa 50 cm di filo o nastro e avvolgerne la maggior parte sul dito medio di una mano. Avvolgere il resto sullo stesso dito della mano opposta; tale dito può riavvolgere il filo interdentale man mano che viene usato. Lasciare uno spazio di circa 10 cm tra le due dita.
  2. Tenere in modo saldo il nastro o filo con il pollice e l’indice, lasciando una distanza di 2 o 3 cm tra le dita di ciascuna mano.
  3. Mantenere il nastro o filo teso e inserirlo delicatamente tra i denti. Effettuare un movimento in avanti e indietro per scendere oltre il punto di contatto (zona di unione tra i denti). Una volta superato il punto di contatto, far scendere il nastro o filo interdentale fino al margine delle gengive (solco gengivale). Evitare movimenti bruschi che possano lesionare le gengive.

Ruotare intorno al dente, curvando la lunghezza del nastro o filo a forma di C. Senza rimuovere il filo dal solco gengivale, ripetere la procedura con il dente adiacente.

  1. Rimuovere il nastro o filo e ripetere sugli altri spazi interprossimali. Usare una parte pulita per ciascuno spazio.

Raccomandazioni: 

Per utilizzare più facilmente il nastro o filo interdentale, è possibile usare un apposito applicatore.

Si raccomanda di spazzolare i denti e pulire gli spazi interprossimali con fili/nastri tre volte al giorno.

Se ne raccomanda fortemente l’uso prima dello spazzolamento poiché, in tal modo, il fluoro della pasta potrà in seguito penetrare meglio tra gli spazi interdentali.

L’igiene interprossimale una pratica caduta nell’oblio

Il biofilm o placca dentale è la causa principale delle patologie orali più importanti. Per evitarne l’accumulo è fondamentale eseguire una corretta igiene orale che includa anche le zone interprossimali.
Lo spazzolino e il dentifricio rappresentano il mezzo più comune utilizzato dalla popolazione per l’igiene orale. Tuttavia, esistono alcune zone, come quella interprossimale, difficili da raggiungere con lo spazzolino, dove si depositano i residui di cibo e, soprattutto, i batteri.

Cos’è la zona interprossimale?
La zona interprossimale è quella situata tra i denti, nello spazio al di sotto del punto o dell’area di contatto dei denti, occupato in genere dalla gengiva.
Gli spazi interprossimali, soprattutto quelli posteriori, possono essere difficili da raggiungere anche se i denti sono correttamente allineati. Per questo motivo, se non vengono accuratamente spazzolati, il biofilm può accumularsi facilmente in questi spazi.

Cos’è il biofilm del cavo orale?
Il biofilm del cavo orale, comunemente noto come placca dentale, è un’aggregazione di batteri contraddistinta dalla secrezione di una matrice extracellulare che aderisce alla superficie dei denti(1). Sono state descritte circa 700 specie diverse di batteri del cavo orale(2). È costituito da un 15%-20% di batteri e da un 80%-85% di una matrice composta da polisaccaridi extracellulari, proteine, sali minerali e materiale cellulare.
Quando i batteri si aggregano sottoforma di biofilm, acquisiscono proprietà diverse da quelle che avrebbero separatamente, come una maggiore capacità adattativa e una resistenza maggiore agli agenti microbici.

Perché è importante evitare l’accumulo del biofilm?
I batteri presenti nel biofilm sono la causa delle patologie orali più importanti, quali: carie (il 77% delle carie è di origine interprossimale(3)), malattie parodontali (gengivite e parodontite)(4) e malattie perimplantari (mucosite perimplantare e perimplantite), che possono avere una certa ripercussione anche sulla vita sociale.
Oltre a compromettere la salute orale provocando in alcuni casi la perdita dei denti, queste patologie possono influire a livello sistemico, come nel caso delle malattie parodontali(5). Sono anche la causa di altri problemi orali come l’alitosi o alito cattivo.
Evitando l’accumulo del biofilm, quindi, si prevengono la comparsa e le conseguenze di queste malattie.

Come evitare l’accumulo del biofilm?
Il mezzo più comune per controllare il biofilm è lo spazzolamento dei denti, particolarmente efficace nella rimozione dalla superficie occlusale, vestibolare e linguale o palatale.
Tuttavia, con lo spazzolamento è possibile pulire soltanto il 60% della superficie dei denti. Il restante 40% appartiene alla zona interprossimale. Le zone interprossimali, soprattutto posteriori, sono quelle meno accessibili.

Quali strumenti esistono per l’igiene interprossimale?
Per la pulizia dell’area interprossimale, esistono diversi strumenti, quali: spazzolino interprossimale, filo interdentale e idropulsore. È importante che l’odontoiatra o l’igienista diano a ogni persona le istruzioni per il corretto uso dei diversi strumenti e che sappiano scegliere quello più adeguato in ogni singolo caso.
Esistono anche dépliant e video esplicativi (www.entredientes.es) che consentono a chiunque di conoscere questa tecnica.
Gli spazzolini interprossimali più adatti sono quelli costituiti da setole di qualità, in grado di rimuovere il biofilm e i residui di cibo, e da un filo rivestito di un materiale che non danneggi denti e gengive. È necessario scegliere sia la grandezza adeguata per ogni spazio interprossimale sia la forma della testina, che può essere cilindrica o conica. Le forme coniche sono raccomandate per gli spazi tra i molari e i premolari, quelle cilindriche per il resto degli spazi interdentali.
Così come lo spazzolamento, anche l’igiene interprossimale deve essere eseguita quotidianamente per evitare l’accumulo dei batteri(6).

Perché non si presta attenzione all’igiene interprossimale?
Il motivo principale per cui non viene eseguita la pulizia interprossimale è legato alla disinformazione della maggior parte della popolazione, convinta che lo spazzolamento sia sufficiente per avere una corretta igiene orale. Non si conoscono nemmeno tutti gli strumenti esistenti per l’igiene interprossimale né i casi in cui sono raccomandati (esistono, ad esempio, spazzolini interprossimali di diverse grandezze, filo interdentale con o senza cera, ecc.).
Un altro problema è legato alla mancanza di motivazione. Considerando la scarsa importanza attribuita all’igiene interprossimale ed essendo un’attività che richiede del tempo, le persone non trovano la motivazione necessaria ad eseguirla regolarmente e spesso non viene mai realizzata.
Esiste la possibilità che alcune persone non puliscono gli spazi interprossimali a causa della difficoltà a farlo. È necessaria una certa abilità, pazienza e tempo per imparare ad applicare la tecnica, soprattutto nel caso del filo interdentale(7,8).
Molte persone provano paura quando eseguono la pulizia interprossimale, perché credono che possa causare il sanguinamento o danneggiare le otturazioni o le capsule dentali. Il sanguinamento della gengiva durante la pulizia con il filo interdentale e lo scovolino, o l’uso dell’idropulsore, dipenderà quasi sicuramente da un’infiammazione della gengiva a causa dell’accumulo del biofilm tra i denti, che potrebbe indicare la presenza di una malattia delle gengive e la necessità di intervento mediante un trattamento professionale(6).
Il danneggiamento delle otturazioni o delle capsule dentali non dipende in nessun caso dall’igiene interprossimale, bensì dal cattivo stato delle ricostruzioni.

È necessaria una pulizia dentale professionale nello studio dentistico?
In genere si raccomanda di eseguire la pulizia dentale professionale almeno una volta all’anno. Oltre a controllare lo stato della salute orale e a motivare il paziente a eseguire adeguatamente l’igiene orale, l’obiettivo è la rimozione del tartaro o calcolo dentale e del biofilm accumulato.
Il tartaro o calcolo dentale è biofilm che è aderito ai denti, non rimosso mediante l’igiene orale quotidiana e che si è mineralizzato con il tempo. Una volta che il biofilm si è trasformato in tartaro, gli strumenti per l’igiene interprossimale utilizzati in casa non bastano a rimuoverlo. Saranno necessari, infatti, gli strumenti professionali dello studio dentistico, come la curette o gli ultrasuoni.

Come è possibile migliorare l’igiene interprossimale?
Esistono piccoli trucchi che possono essere d’aiuto per mantenere una bocca più pulita anche negli spazi interprossimali.
* La maggior parte delle persone che eseguono una pulizia orale quotidiana si limitano a spazzolarsi i denti. Un modo per non dimenticare di eseguire l’igiene interprossimale è di invertire l’ordine delle fasi: passare innanzitutto il filo interdentale o lo scovolino e proseguire con lo spazzolamento dei denti.
* Potrebbe essere utile anche utilizzare un rilevatore di placca o biofilm. Utilizzato prima dell’igiene orale, permette di localizzare e di indicare il biofilm accumulatosi tra i denti e, soprattutto, tra gli spazi interprossimali. Il rilevatore di placca può essere utilizzato anche dopo l’igiene orale per valutarne l’efficacia e per contribuire a comprendere l’importanza di utilizzare gli strumenti per l’igiene interprossimale.

Scegliere e usare correttamente uno scovolino

Quando lo spazio tra i denti è aperto, si consiglia l’utilizzo di spazzolini interprossimali per poter eliminare efficacemente il biofilm o la placca batterica che si forma tra i denti.

Per scegliere lo spazzolino interprossimale che si adatta meglio ai tuoi bisogni, è importante considerare i seguenti fattori:

  • Spazio o misura tra i denti (PHD: Passage Hole Diameter)
  • Numero di localizzazioni in cui usare uno spazzolino interprossimale
  • Zona in cui si trovano le localizzazioni (settori anteriori della bocca: incisivi e canini o settore posteriore: premolari e molari)

Se non conosci il PHD che corrisponde allo spazio interprossimale, si consiglia inizialmente di scegliere la misura più piccola (spazzolino Interprox®nano 0.6 o Interprox® Plus nano 0.6) e aumentare la misura se lo spazzolino lavora con facilità. Inoltre, si hai diverse localizzazioni è importante usare diversi spazzolini interprossimali a seconda della dimensione di ognuno degli spazi.

Per zone anteriori si consiglia l’uso di spazzolini interprossimali con manico retto come la gamma di spazzolini Interprox®. Per zone posteriori come premolari o molari, gli spazzolini che presentano una testina angolare (Interprox® Plus) ti aiuteranno a realizzare una corretta pulizia interprossimale.

Ad ogni modo, i nuovi spazzolini Interprox® con manico e collo flessibile senza effetto memoria permetteranno di adattarsi sia alle zone anteriori che a quelle posteriori, essendo di gran aiuto quando si hanno spazi interprossimali della stessa misura in varie zone della bocca.

Per un corretto utilizzo dello spazzolino interprossimale, seguire i seguenti passi:

  1. Utilizzare lo spazzolino Interprox® più adeguato ad ogni spazio. Lo spazzolino deve essere introdotto con cautela, in modo che siano i filamenti e non il filo metallico ad essere in contatto con i denti.

2. Muovere lo spazzolino dall’interno verso l’esterno, senza farlo girare.

3. Ripetere questi movimenti dalla superficie interna dei denti.

4. Nel caso di spazzolini Interprox® con collo e manico flessibili, flettere il collo (non il filo) e/o il corpo dello spazzolino per un’inclinazione adeguata.

 

Spazzolini interprossimali

La pulizia giornaliera della placca dentale è fondamentale per mantenere la bocca senza carie e le gengive sane. Il metodo più comune è di solito la pulizia meccanica con uno spazzolino manuale o elettrico, efficace per rimuovere la placca dalle superfici dentali e dalla lingua (1). Ma per ottenere risultati ottimali e accedere alla zona interprossimale, dove la patologia periodontale è più frequente e seria a causa del suo difficile accesso, dobbiamo ricorrere ad altri dispositivi più adeguati, come gli spazzolini interprossimali. Lo spazzolamento insieme con la pulizia interprossimale una o due volte al giorno previene lo sviluppo di gengiviti e parodontiti (3).

Esistono differenti metodi di pulizia interprossimale. Per consigliare uno di essi bisogna prendere in considerazione diversi fattori, tra cui la forma e la consistenza del tessuto gengivale, le dimensioni degli spazi interprossimali, la posizione dei denti e il loro allineamento, così come le caratteristiche specifiche del paziente come la capacità (età, abilità motorie) e la motivazione.

Il problema principale della pulizia interprossimale è la capacità e la motivazione del paziente per la difficoltà che comporta accedere a questi spazi (9). Pertanto, vi è la necessità di sviluppare nuove tecniche e dispositivi che renderanno più facile la pulizia interprossimale e miglioreranno la motivazione del paziente.

Più adatto per i pazienti con poca abilità, protesi fisse o apparecchi ortodontici. Esistono diversi tipi di spazzolini interprossimali (5), sebbene la maggior parte sono di forma conica con le setole montate su un manico per agevolare l’accesso alle zone posteriori dei molari. In termini generali, questi spazzolini possono essere classificati in:

  • Spazzolini interdentali: questi spazzolini sono fabbricati in diverse misure, cosa che semplifica l’adattamento allo spazio interdentale in modo manuale. Il diametro deve essere poco più grande delle unità gengivali, in modo che le setole possano esercitare pressione sulle superfici dentali (5). Possono aiutare nella pulizia delle zone prossimali dove le superfici presentano profili concavi o solchi radicolari, si utilizzano con una azione di sfregamento realizzata con movimenti brevi da un lato all’altro dei denti. Nel caso di pazienti con parodontite sono più efficaci del filo interdentale per rimuovere la placca (6).
  • Spazzolini elicoidali: sono composti da setole montate su un filo filettato, sono solitamente piccoli e devono essere collocati su un manico speciale. Sono efficaci per la pulizia di spazi moderatamente aperti e si utilizzano con movimenti dentro e fuori dello spazio. Si utilizzano dal vestibolo al linguale e viceversa, aumentando così la loro efficacia.
  • Scovolini individuale : sono indicati per essere utilizzati in grandi spazi interdentali, per denti in posizioni irregolari o con apparecchi ortodontici. Sono efficaci soprattutto sulle superfici linguali dei molari e premolari inferiori dove, in generale, la lingua impedisce che lo spazzolino dentale possa pulire in modo efficiente (7).

Igiene orale

Con lo spazzolamento si pulisce solo il 60% della superficie dentale e il restante 40% fa parte della zona interprossimale. Così, in questa zona è dove si accumulano maggiormente i microrganismi che formano il biofilm orale e che si alimentano dei residui di cibo che non sono stati rimossi.

Gli spazzolini convenzionali non riescono a raggiungere questi punti per cui possono insorgere importanti complicazioni nella cavità orale: le carie e l’infiammazione delle gengive. Per non giungere a questo punto, esistono attrezzi per la pulizia interprossimale che consentono di eliminare la formazione del biofilm orale. È importante pulire quotidianamente tutte le zone interprossimali, non solo dove si accumulano i residui di cibo. A questo scopo DENTAID mette a disposizione del paziente gli spazzolini interprossimali Interprox®. Che sono indicati sempre e quando vi sia lo spazio sufficiente tra i denti.

Ti interessa? Puoi trovare maggiori informazioni su www.interprox.it

Spazzolini interprossimali

Ci sono diversi modelli a seconda delle esigenze, ma l’importante è scegliere il formato che meglio si adatta allo spazio esistente tra i denti. Gli spazzolini Interprox offrono filamenti di due colori e questo facilita il rilevamento della placca e del sanguinamento; il filo è rivestito per proteggere meglio le gengive e i denti; e due tipi di testine, cilindriche e coniche. Questi spazzolini:

  • Si devono utilizzare quotidianamente, soprattutto se si è portatori di un apparecchio ortodontico o d’impianti dentali.
  • Per utilizzarlo si deve considerare che devono essere i filamenti e non il filo a dover essere in contatto con i denti.
  • Lo spazzolino si sposta dall’esterno verso l’interno senza farlo ruotare.
  • I movimenti devono essere effettuati sia dal lato esterno che da quello interno.
  • Per una maggiore cura delle gengive si può usare un gel specifico.
  • Alla fine è necessario sciacquare lo spazzolino con acqua abbondante.