Malattia gengivali e paradontali nei bambini

La malattia parodontale ha un’incidenza elevata e può insorgere durante l’infanzia o l’adolescenza, il momento in cui il parodonto subisce un cambiamento costante a causa dell’esfoliazione e dell’eruzione dei denti. Tra le malattie gengivali in bambini e adolescenti, quella più frequente è la gengivite dovuta all’accumulo della placca batterica.

Condizioni parodontali normali nella dentizione temporanea e permanente
È importante identificare qualsiasi cambiamento del parodonto, per questo è necessario riconoscere i parametri normali nella popolazione pediatrica. Nel bordo marginale del dente deciduo, la gengiva appare gonfia, arrotondata e di colore rosso. L’epitelio giunzionale è più spesso, meno permeabile e più resistente all’infiammazione. L’osso alveolare presenta poche trabecole e grandi spazi midollari con abbondante vascolarizzazione. La gengiva marginale dei denti permanenti, invece, è sottile, lisca, lucida e di colore rosa.

Malattie gengivale e paradontali nei bambini
Di seguito, riportiamo le malattie gengivali e parodontali più frequenti nei bambini, secondo la classificazione del Workshop Internazionale dell’Accademia Americana di Parodontologia del 1999.
Le malattie gengivali colpiscono soltanto la gengiva, senza alterare i tessuti di supporto. Possiamo classificarle in:

a. Causate dalla placca batterica
L’accumulo della placca è frequente nei bambini a causa di una tecnica di spazzolamento ancora inadeguata e di fattori locali come l’apparecchio ortodontico fisso. La corretta esecuzione delle tecniche di igiene orale e interprossimale limita l’insorgenza della malattia.

b. Modificate da fattori sistemici
Durante la fase prepuberale e puberale si producono cambiamenti ormonali che possono predisporre a un aumento della risposta infiammatoria dei tessuti gengivali alla placca batterica. La rimozione dei depositi batterici e un’accurata igiene orale quotidiana permette di migliorare i sintomi della patologia. Anche le alterazioni dei livelli di insulina o alcune malattie del sangue come la leucemia possono causare un ingrossamento o un’alterazione delle gengive.

c. Modificate dai farmaci
L’uso di farmaci antiepilettici (fenitoina), immunosoppressori (ciclosporina A) e bloccanti dei canali di calcio (nifedipina) favorisce l’ingrossamento delle gengive.

d. Di origine batterica
La Gengivite Ulcero-necrotizzante Acuta si manifesta con alitosi a causa della necrosi, dell’ulcerazione e del sanguinamento delle papille e del margine gengivale. Può provocare febbre o malessere.

e. Di origine virale
Le lesioni virali causate dal virus herpes simplex di tipo 1 (HSV-1) e la varicella contratta durante l’infanzia possono manifestarsi nella mucosa orale. La gengivostomatite erpetica è la manifestazione classica iniziale dell’HSV-1. È una patologia che si manifesta con una gengivite severa dolorosa, ulcerazioni ed edema accompagnati da stomatite. È caratterizzata dalla formazione di vescicole che si rompono ed evolvono in ulcere ricoperte di fibrina. Si associa a sintomi quali febbre e linfadenopatia.
Il virus della Varicella Zoster provoca la Varicella e i sintomi possono interessare le gengive. Le lesioni intraorali si presentano come piccole ulcere su lingua, palato e gengiva.

f. Di origine micotico
La Candidosi è causata da una sovracrescita di Candida Albicans, in genere a seguito della somministrazione di antibiotici o in conseguenza di una immunodeficienza congenita o acquisita.
La parodontite, invece, si manifesta con l’infiammazione delle gengive e la perdita dei tessuti di supporto.
La parodontite aggressiva è più diffusa tra bambini e adolescenti. È caratterizzata da una grave riduzione dell’osso alveolare e del legamento parodontale di uno o più denti. In base allo stato di severità, viene classificata come lieve, moderata o grave; in base alla sua estensione come localizzata o generalizzata. L’obiettivo del trattamento è la rimozione della placca batterica mediante un controllo igienico da parte del paziente e del dentista e la somministrazione degli antibiotici.

Carie della prima infanzia: fattori di rischio

La carie è una disbiosi che si manifesta soprattutto a causa dell’elevato consumo di zuccheri fermentabili. La disbiosi è un’alterazione dell’equilibrio e della proporzione tra le diverse specie di microrganismi della flora batterica orale.

Per carie della prima infanzia si intende la presenza di una o più lesioni cariose (cavitate o non cavitate), perdita dei denti a causa della carie o otturazione di qualsiasi dente nei bambini minori di 71 mesi.

Attualmente è considerato un problema di salute pubblica che colpisce i bambini in tutto il mondo.

Qualche anno fa era conosciuta come carie “da biberon”, legata quindi all’utilizzo frequente del biberon. Tuttavia, è stato dimostrato che la causa è legata anche al consumo di altri liquidi zuccherati (naturali o artificiali) come latte, latte artificiale, succhi di frutta e bibite.

Tra i fattori di rischio sono compresi anche:

  • Tipologia e frequenza del consumo di idrati di carbonio. Rischio maggiore in caso di alimentazione a base di cibo altamente cariogeno (ad alto contenuto di zuccheri liberi).
  • L’uso prolungato del biberon, preso frequentemente e con l’aggiunta di sostanze zuccherate, legato all’abitudine di addormentare e di far dormire il bambino con il biberon oltre a una scarsa igiene orale, soprattutto la sera.
  • L’allattamento materno in sé, prolungato e su richiesta, non causa l’ECC, ma se combinato con il consumo di altri carboidrati e una scarsa igiene orale, può essere altamente cariogeno.
  • Presenza di placca batterica. La formazione della carie nella prima infanzia è legata alla presenza dei denti nel cavo orale, incrementata in caso di eccessiva placca batterica o di una tecnica di igiene orale inadeguata, essendo la zona del margine gengivale la più propensa all’accumulo di placca batterica.
  • Abitudini di igiene orale inadeguate. Gli studi dimostrano che il rischio di carie si riduce aumentando la frequenza di spazzolamento e l’adozione di una tecnica adeguata.
  • La quantità e la qualità di saliva del bambino, considerando soprattutto che la salivazione si riduce durante la notte, può generare un ambiente altamente cariogeno se non si esegue una buona igiene orale prima di andare a dormire.
  • Modalità di eruzione-calcificazione dei denti. Al momento dell’eruzione, un dente deciduo presenta il 69% di contenuto minerale, ma entrando a contatto con la saliva riceve un apporto continuo di calcio e fosfato che gli consente di raggiungere completamente le sue caratteristiche fisiche (96% di materia organica) in un tempo piuttosto breve. Questo processo ne permette l’adattamento e favorisce l’aumento della resistenza del dente alla dissoluzione acida. Questo spiega il motivo per cui un dente deciduo appena erotto è più vulnerabile all’azione degli acidi.
  • Le alterazioni strutturali dei tessuti duri del dente come, ad esempio, l’ipoplasia dello smalto.
  • Assenza di fluoro nel cavo orale.
  • Pazienti con disabilità fisica e/o mentale che limita la possibilità di effettuare un’adeguata igiene orale.
  • Livello socio-economico che ostacola l’accesso alle informazioni e ai prodotti igienici necessari.

Carie della prima infanzia (ECC): presentazione clinica e prevenzione

Manifestazione clinica della carie nella prima infanzia

La formazione della carie ha una causa comune. Nella prima tappa, i batteri acidogeni che si depositano sullo smalto de denti, disgregandone i minerali (soprattutto calcio e fosfato), fanno sì che il dente sia più bianco e opaco, conferendo un aspetto più poroso allo smalto e generando le famose “macchie bianche” o “white spot” (che si possono pigmentare conferendogli un aspetto marrone): in generale, questo è il primo segno della carie sui denti.

La ECC è caratterizzata dallo sviluppo veloce della lesione, zona in cui le macchie bianche causano una perdita di solidità della struttura, generando un’apertura nello smalto e l’esposizione della dentina. La conseguenza diretta della perdita di struttura è la frattura dei denti. Sono coinvolti diversi denti, le lesioni iniziano sulle superfici lisce dei denti all’altezza del bordo gengivale. I denti sono colpiti in base al sito, all’ordine di eruzione e alla posizione della lingua al momento della suzione. Colpisce, quindi, prima gli incisivi mandibolari poi i primi molari decidui.

Effetti e conseguenze della carie

  • Ascessi e fistole.
  • Ulcerazioni della mucosa.
  • Cellulite facciale odontogena.
  • Il dolore ai denti nei casi avanzati determina l’incapacità di alimentarsi con conseguente perdita di peso del bambino e un maggiore rischio di ritardo nella crescita e nello sviluppo.
  • Difficoltà a dormire.
  • Visite al pronto soccorso e ricoveri.
  • Assenze scolastiche e riduzione della capacità di apprendimento.
  • Rischio maggiore di nuove lesioni della carie nella dentizione primaria e permanente.
  • Problemi di autostima e disturbi emotivi.
  • Malposizionamento dentale, perdita della dimensione verticale e altre malocclusioni a causa della perdita prematura dei denti.
  • Costi elevati del trattamento.
  • Bassa qualità della vita legata alla salute orale
  • Perdita dei denti.

Come è possibile evitare la formazione della carie?

Ritardare al massimo il consumo di zuccheri nella dieta dei più piccoli (yogurt zuccherati e cerali per bambini, biscotti, succhi confezionati, bibite vegetali e altre bevande zuccherate).

Lavare i denti in modo efficace almeno due volte al giorno con un dentifricio a base di fluoro con una concentrazione di fluoro di almeno 1000 parti per milione.

Effettuare un controllo dal dentista al momento dell’eruzione dei primi denti. Per imparare a lavarsi correttamente i denti, valutare il rischio di carie, controllare i denti e applicare, se necessario, una vernice al fluoro.

Evitare gli spuntini fuori orario

È importante sapere che è possibile prevenire la carie adottando buone abitudini di igiene orale, seguendo un’alimentazione adeguata ed effettuando un controllo periodico dal dentista. Per questo si consiglia di effettuare il primo controllo dal pedodontista alla comparsa dei primi denti.

Alimentazione a base di cibi non cariogeni adattata ai bambini

L’alimentazione ha un ruolo fondamentale nella comparsa e nello sviluppo della carie dentale (1-3). La sostituzione totale o parziale del saccarosio con un edulcorante non cariogeno in vendita sul mercato, è l’opzione migliore per la salute orale, poiché la frequenza del consumo di zuccheri ha un’influenza maggiore nella formazione della carie rispetto al totale consumato (4). Per stabilire un’alimentazione a base di cibi non cariogeni adattata ai bambini è importante tenere presente le abitudini alimentari della famiglia (5) e fare delle proposte concrete.

Le abitudini alimentari instaurate nella prima infanzia influiscono anche sulla salute nell’età adulta (6). Si raccomanda un primo controllo dal dentista prima di compiere il primo anno di vita, per dare ai genitori una guida anticipata sulle attenzioni e le istruzioni preventive (7) poiché la colonizzazione dei batteri che causano la carie può cominciare a 10 mesi (8) o con l’eruzione del primo dente tra i 5-6 mesi di vita. La presenza di Streptococcus mutansnella nella dentizione decidua indica la comparsa futura di carie più estese (9, 10).

Le misure di prevenzione e di orientamento alimentare prevedono (11, 12):

  • Uso topico di fluoruri.
  • Alimentazione equilibrata.
  • Adozione di consigli nutrizionali.

Esistono diversi fattori da tenere presente, quali (13):

  • Alcuni farmaci pediatrici che contengono saccarosio e aumentano il rischio di sviluppare lesioni da carie.
  • Anatomia dei denti e dell’arcata.
  • Funzione della lingua nell’autopulizia.
  • Condizioni psicosociali ed economiche.
  • Necessità caloriche del paziente.

Orientamento alimentare per bambini in base all’età

  1. Il periodo prenatale

Gli aspetti fondamentali per una gravidanza sana includono un peso adeguato, un’alimentazione varia in base alla piramide alimentare, integratori vitaminici e minerali al momento opportuno e l’eliminazione del consumo di alcol, fumo e altre sostanze dannose (14). Le madri che soffrono di lesioni cariose attive possono trasmettere il batterio al bambino. Nella prima fase dello sviluppo dei denti si possono generare lesioni irreversibili nei tessuti del cavo orale a causa di un’alimentazione inadeguata o dell’uso di determinati farmaci, come le tetracicline, di infezioni o della carenza di vitamina D materna. È necessario ridurre il consumo di dolci e di altri cibi molto calorici e a basso contenuto di nutrienti (13).

  1. Dalla nascita a 1 anno

In questo periodo dello sviluppo dei denti è essenziale seguire un’alimentazione adeguata. La malnutrizione può causare l’ipoplasia dello smalto, aumentando il rischio di formazione della carie. L’allattamento materno è raccomandato per i suoi benefici sulla salute in generale. Durante questo periodo è importante seguire lo schema alimentare indicato dal pediatra, che introdurrà i cibi in modo graduale.

  1. Da 1 a 2 anni

È prevista l’introduzione di alimenti nuovi (pesce azzurro, cacao, dessert a base di latticini, miele), per cui è necessario tenere presente la varietà e la moderazione. Un consumo elevato di zucchero rappresenta un problema per la salute orale e generale. È importante evitare il consumo eccessivo di zuccheri artificiali, soprattutto dei prodotti contenenti una quantità elevata di fruttosio e sorbitolo, che possono causare diarrea (2). I succhi di frutta devono essere naturali. I bambini devono seguire un’alimentazione sana, senza forzature. È importante evitare il biberon di latte, succo o altra bevanda zuccherata prima che il bambino vada a dormire.

  1. Da 2 a 5 anni

È il momento in cui si acquisiscono le buone abitudini alimentari, poiché i bambini hanno la tendenza a ripetere le esperienze positive legate al cibo ad alto contenuto calorico o di zucchero. Tra i 4 e i 5 anni i bambini acquisiscono maggiore indipendenza e possono aumentare il consumo di cibi zuccherati fuori pasto. I genitori devono dare cibo e bevande non cariogeni a merenda o fuori pasto (2).

  1. Consigli nutrizionali generali per una migliore salute orale e generale a partire dai 5 anni

L’alimentazione deve essere varia ed equilibrata e sempre più simile, se non uguale, a quella degli adulti. Una corretta alimentazione (insieme a una buona igiene orale) è essenziale per prevenire numerose malattie e per mantenere una buona salute orale. È importante consumare ogni giorno latticini (almeno mezzo litro di latte), verdure, ortaggi, cereali (pane, pasta, riso) e frutta. Consumare carne e pesce 3-4 volte a settimana; uova 2 volte a settimana, legumi (a partire dai 2 anni) 2-3 volte a settimana. È necessario seguire un’alimentazione combinata che contribuisce a ridurre il rischio di carie ed erosione, consumare carboidrati fermentabili e altri zuccheri durante i pasti ed evitarli fuori orario, consumare verdura e frutta per aumentare la salivazione, evitare il sale in eccesso e altri condimenti forti e mantenere una consistenza adeguata alla capacità di masticazione in ogni fase del bambino. È fondamentale ridurre la frequenza del consumo di zucchero e prodotti zuccherati, prediligendo gli edulcoranti, e di cibi appiccicosi o viscosi che si depositano più facilmente sui denti. Il consumo massimo di saccarosio raccomandato è di 50 g/al giorno. (14-17). Diversi studi hanno dimostrato che alcuni cibi a base di cereali, il latte di vacca, le noccioline o il formaggio a pasta dura proteggono dalla carie (18, 19).